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Ancelotti: "Napoli progetto vincente, si può alzare un trofeo. Italia? Mi mancava, ma…"

Redazione

Carlo Ancelotti è intervenuto da Tor Vergata, dove ha ricevuto un riconoscimento

Il tecnico azzurro Carlo Ancelotti è presente questa mattina all'Università di Tor Vergata per ricevere il premio "Etica dello Sport".

Nel corso dell'evento l'allenatore del Napoli ha rilasciato alcune dichiarazioni per ringraziare e ha commentato al stagione del suo ritorno in Italia: "Anche se è sempre più difficile e complicato, voglio che il calcio resti quello del quale mi sono innamorato quando ho cominciato all’oratorio. Questo sport non deve essere inquinato, non bisogna allontanarsi da quelli che sono i valori, sia mentali che fisici, che lo contraddistinguono. Avevo portato mio figlio nelle giovanili del Milan, ma era evidente che, per le qualità che aveva, non poteva giocare lì. Lo sport però non ci insegna a competere con gli altri, ma anche con se stessi. Bisogna imparare a superare i propri limiti fisici e mentali. Non tutti nascono Messi o Ronaldo. Per me lo sport è una grande scuola di vita, questo premio mi motiva a continuare. Ho trascorso 9 anni all'esterno e non ho mai ricevuto un insulto. Avevo dimenticato che invece qui accade, dobbiamo migliorare nella cultura e nelle infrastrutture, partendo dagli stadi come quello del Napoli.

Tornare in Italia mi ha ricordato quanto sia bella, ma c'è da crescere. Ai presidenti che ho avuto dico sempre che nel calcio ci sono tre possibilità: si può vincere, pareggiare o perdere. La cosa peggiore è che capiti l'ultima perdere.

Napoli ha un progetto vincente, ma bisogna fare il passo in base alla gamba che si ha. Dopo solo dodici anni dal fallimento, siamo in Champions League e in alto in classifica in pianta stabile, senza avere debiti. Se progetto vincente significa vincere un campionato o alzare una coppa credo che sia nelle corde del Napoli. Ci sono dei miglioramenti da fare, ma tutti lavoriamo in quella direzione

Il migliore allenato? Pensiamo solo ai portieri: ho avuto Peruzzi, Van Der Saar, poi Buffon, Dida, Abbiati, Cech, Sirigu, Casillas, Diego Lopez... Credetemi, è impossibile sceglierne uno solo. Se dicessi Ronaldo mi scorderei Ronaldo il brasiliano, Drogba, Inzaghi che con me ha fatto 300 gol, Sheva...".