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Non l’avete mai sentita (forse) una dichiarazione d’amore in diretta tv, in conferenza stampa, dinnanzi a microfoni e taccuini, con la faccia seria che irrobustisce quel piglio auto-ironico d’un venticinquenne senza peli sulla lingua, né ideogrammi sulla pelle. Non l’avete mai ascoltata una lezione civica, nel Terzo Millennio, che apparentemente è una spruzzata di leggerezza e che invece nasconde un mondo dal quale i giovani d’oggi spesso restano fuori. E non avreste mai sospettato che in quel talento rigoglioso, tutto dribbling e veroniche calcistiche, si nascondesse uno Zielinski d’autore, capace di sfuggire alle banalità più gracchianti per regalarsi tutto se stesso: la propria, pudica allergia a sentirsi un giovane d’oggi tutto «tattoo» e decorazioni. «Perché se pure dovessimo vincere l’Europa League, e me lo auguro, non mi verrebbe la tentazione di un tatuaggio. A me non piacciono. E se dovessi per caso cambiare idea, comunque dovrei chiedere a mia madre, che non gradirebbe».
Ops, va controcorrente rispetto ai suoi contemporanei.
«Non vanno a me e neanche a lei. E quindi».
E quindi si pensa ad altro: per esempio al contratto. Potremmo dire che siamo quasi alla firma?
«E’ una vicenda della quale si occupa il mio procuratore. Io aspetto che lui mi dica. Ma per quanto mi riguarda io sono pronto anche a rinnovare per altri cinque anni. Io qui sto bene e sono felice e ci resto ben volentieri. Devo solo migliorarmi».
Ancora? 35 presenze, titolare fisso in campionato dall’8 dicembre, da quel giorno ha saltato soltanto la gara con il Sassuolo di coppa Italia: cinque gol segnati e però anche il palo di domenica.
«Che fa male. Di sfortuna ne abbiamo avuta, però è anche un problema di precisione e purtroppo la palla, a volte, non vuole saperne di entrare. Ma ventuno pali o venti sono tanti, ci hanno tolto punti per una questione di centimentri. E allora, bisogna continuare a costruire occasioni, per trasformarle in gol».
Partita perfida questa con il Salisburgo.
«Siamo sereni e anche concentrati, non si correrà il rischio di sottovalutarli, sappiamo quanto valgono e ci siamo allenati bene».
Ha già sommato i minuti giocati complessivamente nelle ultime due stagioni...
«Sono cambiate varie cose, a cominciare dagli allenatori che sono diversi. Ancelotti mi sta dando fiducia, lo ringrazio, e cerco di rispondere in campo con prestazioni sempre di livello. Io so di avere margini di miglioramento e chiedo a me stesso di esprimere il mio potenziale al massimo. Devo essere più convinto sotto porta e sbagliare di meno nelle scelte dell’ultimo passaggio».
Dicono che le abbia fatto bene l’addio di Hamsik, che ora sia più libero di essere se stesso.
«E invece no. Non c’entra nulla la mia evoluzione con la partenza di Marek. Mi sento in forma, penso di essere d’aiuto alla squadra e inseguiamo ora questo successo. Sarà difficile ma vogliamo farcela».
CDS
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