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Zielinski il maestro e Krunic l’allievo: il polacco è fonte di ispirazione per il bosniaco

Redazione

Zielinski il maestro e Krunic l'allievo: il polacco è fonte di ispirazione per il bosniaco

Il mantra di ogni allenatore è "mai prendere sottogamba l'avversario": questo è il messaggio chiaro anche di Ancelotti al Napoli che questa sera dovrà sfidare l'Empoli al San Paolo. Occhio a non pensare già alla sfida di martedì in Champions League contro il PSG. Quella di questa sera è una gara gara da "prendere con le pinze" perché è vero che il divario tecnico è evidente ma conteranno anche le motivazioni. In campo più motivato che mai potrebbe esserci il centrocampista dei toscani, Rade Krunic, che proverà a mostrare quando vale di fronte all'azzurro Piotr Zielinski a cui lui ha detto di ispirarsi.

ZIELINSKI - Il centrocampista polacco è ormai una parte fondamentale del gioco di Carlo Ancelotti che ha mostrato spesso, sia con le parole che con i fatti, di avere molta stima di lui. L'inizio del campionato è stato particolarmente positivo dopo i risultati negativi ottenuti con la maglia della Nazionale: adesso, però, vive un periodo di appannamento dovuto anche alla "spietata" concorrenza dello spagnolo Fabian Ruiz. Il calciatore ha già mostrato tutte le sue doti dalla duttilità, che gli permette di poter occupare sia la trequarti che la zona più arretrata ma soprattutto gli permette di giocare sia con il piede naturale ma anche con quello sinistro , al dribbling, che lo rende letale negli spazi e negli inserimenti in area. Con il nuovo tecnico ha provato, anche, a superare quella "timidezza" che spesso lo portava a sbagliare l'ultimo passaggio ed ha aumentato anche la sua capacità realizzativa soprattutto dalla distanza. Come ogni altro calciatore può e deve ancora migliorare soprattutto per aiutare la squadra nei momenti più difficili.

KRUNIC - Il bosniaco è stata una vera e propria scommessa vinta dall'Empoli che ha deciso di puntare su di lui nel 2015. Il centrocampista, come il polacco, ha fatto della duttilità la sua arma più importante: nei primi anni, infatti, il tecnico Giampaolo lo ha utilizzato come appoggio al reparto offensivo, con Martusciello, poi, ha giocato prettamente in mediana dove ha dimostrato un'ottima visione di gioco, una buona capacità di lettura della partita ma soprattutto ha mostrato una forte personalità in grado anche di fare il "lavoro sporco" in protezione della linea difensiva. Ancora gli appartengono il tempismo negli inserimenti senza la palla ma soprattutto la potenza: grazie proprio a quest'ultima caratteristica, mista alla voglia di dimostrare sempre di più, è migliorato anche e, soprattutto, nel tiro dalla distanza. Tutti questi aspetti positivi hanno convinto anche Andreazzoli a puntare su di lui e a spingere il tecnico a considerarlo un perno imprescindibile della mediana.

di Maria Ferriero

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