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Zé Maria: “Napoli grande realtà, ma è mancato lo sforzo economico per lo scudetto”

Domenico D'Ausilio

Zé Maria si soffermato 1 Station Radio sul momento di Napoli e Inter, avversarie domani, e le possibilità di scudetto per gli azzurri

Zé Maria, ex calciatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di 1 Station Radio, soffermandosi sul momento di Napoli e Inter, avversarie domani pomeriggio nel big match del Maradona, e le possibilità di scudetto per gli azzurri.

Zé Maria sul Napoli e il mancato scudetto con De Laurentiis

"Guardate la Juventus: è andata a prendere Vlahovic per 70 milioni, lì c'è una mentalità vincente. Napoli è una grande realtà, non solo a livello italiano. Voi non sentirete mai qualcuno della Juventus dire che sono contenti solo di essere andati in Champions. Ho visto delle partite, ha bisogno di giocatori che mantengano alta la pressione, non dico per 90 minuti perché nessuno può, ma per la maggior parte del match. Ho giocato da esterno in carriera e seguo attentamente quel ruolo. Servono titolari all'altezza e un peso importante in attacco".

Sulla Serie A

"Sono generazioni diverse secondo me. Quando c'erano le 'sette sorelle', anche nelle piccole c'era un livello tecnico molto alto. Basti pensare che nel Brescia giocavano Baggio e Pirlo. Oggi si lavora più di squadra, perché quelle individualità non ci sono. Pochi soldi per acquistare i campioni? Non solo. Sono meno anche i giocatori creati in casa: una volta si investiva di più nei settori giovanile per far crescere i grandi calciatori".

Su Ancelotti a Napoli

"È un allenatore ancora tra i più forti al mondo. A Napoli non è una piazza facile; c'erano giocatori intoccabili e Carlo è uno che vuole lavorare a 360 gradi. Avevo visto degli allenamenti e non tutti davano il massimo. Anche la scelta di portare il figlio come secondo allenatore non è una cosa che i giocatori accettano facilmente. Solitamente i calciatori si confidano con il secondo e non è facile dire qualcosa di negativo se il mister è il padre del secondo allenatore. L'epilogo non è stato bello, non si può mancare di rispetto in quel modo ad un allenatore come Ancelotti".

Sull'Inter di Mourinho e Zanetti

"Eravamo compagni di squadra, abbiamo giocato insieme due anni. Siamo stati in rosa quando l'Inter ha dato il via al suo periodo vincente. Fino al 2006 quando ci hanno dato lo scudetto che aveva vinto la Juventus, poi sono iniziati i successi culminati con il Triplete di Mourinho. Lui è un allenatore che vuole fare tutto a modo suo. Questo gli è riuscito all'Inter e i risultati sono arrivati. Dopo i nerazzurri non ha ripetuto gli stessi risultati, ha bisogno di rilanciarsi a Roma. L'ambiente romano è esigente e lui si sta scontrando con la mentalità dei propri giocatori, è abituato a vincere. Squadre come Roma, ma anche Lazio e Napoli, non dovrebbero accontentarsi di puntare ad approdare in Champions, dovrebbero sempre lavorare per arrivare primi".