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Dal suo blog nel sito Radio Deejay, il critico Ivan Zazzaroni ha difeso le scelte di formazione fatte da Gasperini per Juve-Atalanta.
Una buriana ne ha evitata un’altra. Ma solo parzialmente. Così come giorni fa compresi, sostenendola apertamente, la scelta di Sarri di schierare al San Paolo mezza squadra contro il Lipsia – mi sono ripetuto anche dopo il 2-0 in Germania – oggi giustifico quella di Gasperini di presentarsi a Torino con Haas, Melegoni e Rizzo, tre seconde scelte assolute.
Da anni le esigenze della squadra vengono prima di un regolamento superato, diciamo dall’introduzione delle rose ampie e dal turnover, pertanto l’Atalanta aveva tutto il diritto di puntare sulla semifinale – perdippiù senza appello – di coppa Italia di dopodomani, sempre con la Juve: per una società come quella bergamasca una finale non è mai la normalità, da sola riesce a dare un senso a tutta la stagione. Non va dimenticato, poi, che la stessa Atalanta era uscita immeritatamente giovedì sera dall’Europa League: e non è detto che domenica i titolari avrebbero potuto avere le stesse motivazioni e lo stesso rendimento delle riserve. Stipendiate anche per giocare.
Gasperini non regala niente a nessuno: pensa sempre e solo a se stesso e agli interessi della squadra che allena e di sicuro non fa sconti alla Juve. Ne sa qualcosa un talento di proprietà dei campioni d’Italia che a Bergamo ha trovato pochissimo spazio dopo essersi sentito dire dall’allenatore “io non lavoro per la Juve”.
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