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Zapata, da possibile icona a indesiderato in un anno

Redazione

Genova – Solo pochi mesi fa avevamo negli occhi l’immagine del marinaio nero che simulava una boccata di fumo alla pipa, un’immagine che rimandava al Baciccia simbolo della Sampdoria e che sarebbe potuta diventare iconica per i...

Genova - Solo pochi mesi fa avevamo negli occhi l'immagine del marinaio nero che simulava una boccata di fumo alla pipa, un'immagine che rimandava al Baciccia simbolo della Sampdoria e che sarebbe potuta diventare iconica per i tifosi blucerchiati. Solo pochi mesi fa Duvan Zapata, l'investimento più cospicuo della recente storia blucerchiata (oltre 20 milioni al Napoli) trascinava la squadra con gol (11 a fine stagione) e assist (6). Il colombiano aveva preso casa in via Corsica, nel centro di Genova, e si sentiva parte della città. Con i tifosi doriani era scoccata immediatamente una scintilla, segnale di un feeling subitaneo ma profondo. Ancora a maggio, a chi gli chiedeva lumi sul suo futuro, Zapata diceva: 'Non mi muovo di qui, sono appena arrivato'.

Ieri il colombiano ha lasciato il ritiro della Sampdoria a Ponte di Legno quasi alla chetichella: andrà all'Atalanta per 24 milioni (12 di prestito oneroso e 12 di riscatto). La vicenda è indubbiamente curiosa e non interessa neppure cercare di stabilire se la Sampdoria abbia fatto bene a comprarlo e a venderlo nel giro di un anno: la risposta si potrà avere esauriente quando si conoscerà il nome del sostituto e quando le sue gesta sportive con maglia doriana saranno pubbliche. Importa invece sottolineare la precarietà del calcio odierno che brucia tutto alla velocità del vento.

La storia di Zapata va raccontata così, adesso: da icona possibile della Sampdorianità a simbolo del calciatore con le valigie appresso, oggi qui e domani chissà. E il ragionare sul fatto che il suo tipo di gioco non si attagliasse perfettamente agli schemi di Giampaolo diventa secondario. Non è secondario, invece, che negli ultimi mesi del campionato sembrava che Zapata (come altri) pensasse più al Mondiale (che poi non avrebbe giocato) piuttosto che alla Sampdoria. Anche questo, un Mondiale ancora in corso con i ritiri dei club già iniziati, è frutto di un calcio con calendari sempre più compressi. Il prossimo, Mondiale, sarà addirittura a dicembre. Così è, se vi piace. . Repubblica.