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THE WINNER IS – SARRI: tra “ars oratoria” e “donne carine”

Redazione

THE WINNER IS - SARRI: tra "ars oratoria" e "donne carine", ecco che oggi nasce la nuova rubrica. Ogni mercoledì alle 12.00.

Cari lettori di CalcioNapoli1926.it, oggi alle 12.00 nasce la nuova rubrica “THE WINNER IS”. Attenzione a prendere con le pinze questa definizione di “vincitore” perché non è banalmente e semplicisticamente il “migliore in campo”, quello lo lasciamo fare agli esperti. Qui ogni settimana sceglierò, in modo del tutto deliberato, colui che è il vincitore della settimana. Il soggetto in questione può essere scelto per un'azione compiuta, un comportamento e dunque per l’etica, la morale, la bravura, l’intelligenza ma ci sarà spazio anche per la satira e l’ironia.

Oggi, visto anche l’atmosfera funeraria che circonda il Napoli dal match contro la Roma ed i fiori già appostati sulle “figurine Panini” dei giocatori azzurri dopo l’Inter, mi sembra proprio consono divertirci un po’ e toglierci quella faccia da becchini.

Dunque andiamo al sodo, rullo di tamburi per il nostro “winner”, che è: MAURIZIO SARRI.

Ormai anche noto come “il nuovo Cicerone”, famoso per la sua "ars oratoria", per la sua capacità di fare orazioni ed accogliere ovazioni unanime da tutta l’Europa. Il mio punto interrogativo è semplice: "Maurizio ma cosa ci combini?!"

Tutti sappiamo il polverone di critiche e polemiche che ha fatto alzare il tecnico azzurro, il quale in conferenza stampa nel post partita di Inter e Napoli finito per 0-0, gli è stata posta una domanda dalla giornalista sportiva Titti Impronta: “Sono troppo dura se dico che questa sera lo Scudetto è compromesso?”. Dopodiché seguono 6 secondi di silenzio in cui Sarri si guarda intorno, sguardo serio, assorto quasi come il più grande filosofo di tutti i tempi, ma niente da fare: dopo ben 6 secondi di riflessione (si sa che bisogna contare fino a 10) il mister fa la sua “sarrata”. Testualmente: “Sei una donna, sei carina e non ti mando a fare in c…. proprio per questi due motivi”.

Di qui è scoppiato l’inferno dantesco: accuse di misoginia, sessismo, maschilismo, razzismo e chi più ne ha più ne metta. Sbizzarriamoci ad etichettare una frase con paroloni che risuonano nell’aria e fanno titoli sui quotidiani. A queste accuse si aggiungono quelle già affibbiate al tecnico azzurro negli anni precedenti contro Roberto Mancini, dunque un’etichetta in più all’omofobia.

Non sono qui per compiere un giudizio morale, perché non spetta a me ed ognuno può dare qualsiasi interpretazione, quella che crede più consona alla frase di Sarri. Ma il mio premio va proprio a quest’uomo che “non ne azzecca una” potremmo dire. L’uomo della frase sbagliata al momento sbagliato. Con quella schiettezza spiazzante che confonde l’interlocutore e si chiede “ci fa o ci è?”, nessuno ancora riesce a rispondere a questo dilemma amletico che affligge gli appassionati di Sarri e del suo “sarrismo” un nuovo movimento sportivo, ma sicuramente non di tipo culturale o letterario.

Dunque a nome di chi ti ammira e stima, Sarri per cortesia, esprimi il tuo movimento nelle arti che ti competono: la tattica, il campo, il calcio. Il movimento letterario non è ancora (per fortuna) di tua competenza. Lasciamo parlare chi sa parlare, lasciamo giocare chi sa giocare, lasciamo allenare a te che lo sai fare.

Le parole risparmiamole, le gambe spremiamole, fino alla fine.

Di Claudia Vivenzio

Foto SSCN