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Cari lettori di CalcioNapoli1926.it eccoci alla rubrica "THE WINNER IS" che ha lo scopo di decretare il vincitore della settimana in base ad una serie di parametri quali: la morale, l'etica, la bravura, l'intelligenza ma ci sarà anche spazio all'ironia e la satira.
Questa settimana gli azzurri se ne escono dal match contro la Roma con un magro pareggio. E' magro sì, ma il Napoli aveva rischiato anche di restare a bocca completamente asciutta non portandosi a casa neanche un punto, altro che magro! Si sarebbe digiunato.
E allora dal cibo si passa alle bevanda e dunque bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno, non quello vuoto. Se si legge bene l'orlo, il bordo di questo bicchiere azzurro, si legge una dicitura: FABIAN RUIZ.
Il numero 8 è un concentrato di classe, eleganza, tecnica, velocità, bravura ma nel calcio più che le parole, servono i numeri. Ecco il suoi dati contro i giallorossi:
Palloni toccati: 95
Tiri: 2
Passaggi: 77
Passaggi riusciti: 92%
Dribbling riusciti: 75% (3/4)
Palloni recuperati: 3
Occasioni da gol create: 8
Vedere che un giocatore ha il 92% di passaggi riusciti sembra assurdo: non ne sbaglia nessuno, o quasi. Poi ci sono le occasioni da gol create che saltano all'occhio, sono ben otto ma i compagni non sono riusciti a sfruttarle a dovere: vuoi per sfortuna, vuoi per un Insigne che non appare cinico e concretizzatore. Una su tutte spicca, quella in cui l'ex Betis scarta completamente tutta la Roma, arriva di fronte ad Olsen, lo guarda anche: forse avrà avuto paura, forse non si fidava del suo destro (eppure contro l'Udinese ha fatto impazzire tutti i tifosi napoletani per quel destro a giro, telecomandato, "alla Insigne"). Arriva di fronte all'estremo difensore svedese, li ha scartati tutti, non c'è più nessuna ma... non se la sente, passa a Insigne, lo scugnizzo non la mette dentro.
E allora non si sa, forse gli sarà venuto un qualche complesso: voleva restituire a Insigne il gol. Si sarà sentito di avergli rubato la scena, il ruolo, il tiro a giro, la mattonella preferita contro i friulani e così avrà voluto ricambiare e mostrare modestia di fronte al numero 24, al futuro capitano. O più semplicemente, avrà sbagliato. E' possibile anche per lui.
Questo è l'unico neo dello spagnolo, ma non gli si potrebbe neanche dire che non ha un buon piede o che deve essere più pragmatico perché contro gli uomini di Velazquez ha dimostrato di avere qualità e di essere concretizzatore anche quando l'occasione non sembrava affatto ghiotta, il suo gol scese d'alto, all'improvviso come quelle piogge dell'Amazzonia: arriva senza un perché ma sono travolgenti e spettacolari.
Allo spagnolo il talento non manca e quella contro i giallorossi era la sua quinta presenza: ad Ancelotti piace molto. Il numero 8 è riuscito a far sedere in panchina un gran signorino di nome Piotr Zielinski e non è affatto poco. Oltre a quello che si vede oggi però, l'azzurro sembra essere proprio un giocatore di enormi prospettive, basta mettere a confronto le sue stagioni per capirlo, parte dal nulla ed è già quello che è:
Stagione 2015/2016 col Real Betis, trova 6 presenze e 430 minuti giocati, 1 assist.
Stagione 2016/2017 col Real Betis, trova 3 presenze e 154 minuti giocati.
Stagione 2017/2018 col Real Betis, è la stagione del suo boom quella che decreterà il suo arrivo a Napoli. Trova 30 presenze e 2662 minuti giocati, i gol sono 3 e gli assist ben 6.
E' chiaro, è un gran giocatore: allora la società non ci pensa due volte, piazza 30 milioni sul tavolo e decide di rubarselo. Tra lo scetticismo e la non conoscenza arriva a Napoli: era lui che doveva rimpiazzare Jorginho? Accolto con il solito pessimismo napoletano fa vedere, ai tifosi presenti a Dimaro, che lui non è né Jorginho, né Hamsik giovane, né Zielinski o chissà chi, lui è Fabian Ruiz.
di Claudia Vivenzio
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