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Non ce ne vogliano i tifosi della Juventus, ma l’epilogo della Champions League ha fatto godere non

Redazione

Non ce ne vogliano i tifosi della Juventus, ma l’epilogo della Champions League ha fatto godere non poco i napoletani. Va bene tutto, il campanilismo, l’essere italiani e tutta la pappardella che ne consegue. Ma di fronte ad una disfatta del...

Non ce ne vogliano i tifosi della Juventus, ma l’epilogo della Champions League ha fatto godere non poco i napoletani. Va bene tutto, il campanilismo, l’essere italiani e tutta la pappardella che ne consegue. Ma di fronte ad una disfatta del genere contro il Real Madrid si è impazziti di gioia. Sì perché dopo l’addio di Higuaìn, la beffa della semifinale d’andata di Coppa Italia a Torino e il non troppo impegno nella sfida con la Roma all’Olimpico (il Napoli sperava almeno in un pari per tentare il sorpasso), non si poteva fare a meno di esultare per il 4-1 a favore degli spagnoli.

Fosse solo per il desiderio di vedere Giudain triste e sconsolato sul manto erboso dello stadio di Cardiff. I fan del web hanno deriso non poco il fratello Nicolas che dopo i gol di Gonzalo al San Paolo aveva preso in giro Aurelio De Laurentiis con un tweet ironico. Ebbene, chi di spada ferisce di spada perisce. Vai a farglielo capire all’agente del numero 9 bianconero che quando si rappresenta un campione non ci si può lasciare andare a certi sfoghi beceri e irresponsabili. Comunque, nelle case dei sostenitori partenopei si è esultato ai gol dei Galacticos come se in rete andassero Mertens, Insigne e Callejon.

Cristiano Ronaldo, nemico agli ottavi di Champions, è diventato il beniamino della piazza. E al triplice fischio finale via con i fuochi d’artificio nei vari quartieri della city. Si dirà che il popolo partenopeo si accontenta di poco. Ma nello sport esiste il tifo contro, quello che costringe i giornali catalani ad aprire le prime pagine con “Forza Juventus” per veder piangere i nemici giurati del Real. Se fosse capitato in Italia apriti cielo. Ci sarebbero stati processi a non finire. Peccato che nessuno si concentri quando qualche stupido tifoso avversario si arroga il diritto di innegiare al Vesuvio per farci lavare. Ma la vita va così, un giorno si vince facile uno scudetto, un altro si diventa piccoli piccoli al cospetto di giocatori che per un tempo avevano avuto paura del Napoli. Proprio così. Se si fa un po’ di rewind ci si accorge che gli unici a creare problemi ai blancos sono stati gli azzurri. Vabbè ma è acqua passata. Concentriamoci sul presente.

A proposito di presente. Bisogna assolutamente risolvere il problema portiere. Aurelio De Laurentiis si deve decidere in fretta sulla questione Reina. 35 anni non sono tanti se si considera che a 39 Buffon ha giocato e perso una finale di Champions League. Se Sarri dice che Pepe serve come il pane dentro e fuori al campo non si può perderlo. Anche perché ci sono dei preliminari da vincere a tutti i costi per arrivare alla fase a gironi e incassare un bel po’ di soldoni dalla Uefa. I napoletani non vogliono assolutamente Neto della Juventus.

«Che faccia il secondo a Torino», hanno detto in tanti sul web. L’unica garanzia la potrebbe dare il polacco Szczesny che pare abbia accettato proprio l’offerta della Vecchia Signora. Tutti gli altri nomi (Skorupski, Leno, Cragno, Perin) difficilmente farebbero meglio di Reina. Se proprio si deve andare avanti con lo spagnolo va ricucito lo strappo con il patron. A questo punto deve entrare in gioco proprio il maestro Sarri. Che si sta godendo un po’ di relax tra una sigaretta e lettura di giornali.

Per gli eventuali rinforzi in altri reparti il buon Giuntoli, presente a Cardiff, è sul pezzo. Sta guardando sempre a calciatori giovani che possono diventare subito dei campioni. Berenguer, Ounas e Foket sono tutti ragazzi che non vanno oltre i ventidue anni e che allenati da Sarri possono diventare il Napoli del domani. Per la felicità di don Aurelio che quando si tratta di programmare “cacc ’e sord” senza alcun problema. Che che ne dicano tanti professori che lo accusano per partito preso.

Fonte: Salvatore Caiazza per "Il Roma

REDAZIONE - Antonio De Crecchio.