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Foto by Getty
Gabriele Cioffi, allenatore del Verona, ha tenuto la conferenza che anticipa la sfida contro il Napoli. Il 15 agosto allo stadio Bentegodi inizierà il cammino in Serie A degli azzurri.
Ecco di seguito riportate le dichiarazioni:
"Innanzitutto porto le mie più sentite condoglianze alla famiglia Garella: il destino ha voluto che sia venuto a mancare prima di una partita speciale per molti versi. Dopo la partita di domenica mi è venuto un bambino vicino e mi ha detto: 'Mister non mollare'. Mi ha seccato la lingua: io voglio dire a quel bambino che il mister non molla, che si va avanti. Se ogni componente del club, tifosi compresi, non rema dalla stessa parte, abbiamo un grosso problema: stiamo andando in battaglia, servono umiltà e sacrificio. Questa battaglia si chiama salvezza: c'è solo da essere uniti, ogni fischio ci allontana dall'obiettivo. C'è da compattarsi e salvarsi insieme".
"Il Napoli che affrontiamo è una squadra che non è in costruzione: hanno grande qualità. Hanno una media realizzativa altissima, ci aspettiamo un frizzante, di palleggio e di volontà, che proverà a chiudere la partita subito. Il mio focus non è stato né tecnico né tattico: ci sono delle componenti che non vanno sottovalutate. Se un campione rodato vede il suo nome sui giornali tutti i giorni non gli fa né caldo né freddo, se succede a un ragazzo del Verona ci stia che dia il 99,9%. Pur essendo professionali, i nostri son ragazzi, non abituati a queste pressioni. Io mi aspetto una prestazione di orgoglio".
"Che nel calcio non ci sono crediti. Sono finiti alla fine dello scorso campionato. Non essendoci, tutto ciò che è stato fatto è passato: c'è da accettare una realtà nuova e cambiare pelle. Veniamo da uno storico tutto nuovo: vanno via giocatori non programmati, e c'è questa situazione di confusione. Quindi c'è da resettare e fare fronte comune. Il passato va scordato, si azzera e si lavora. Gioco più sporco? Pazienza. Giocatori meno bravi tra le linee? Pazienza".
Sul rapporto con la società
"Parlo, mi confronto e dico di cosa ha bisogno la squadra. C'è bisogno di tre-quattro acquisti, e sono sicuro che la società non ci deluderà. Se siamo in battaglia, noi dobbiamo esserlo per primi. Se ai ragazzi chiedo orgoglio, non vedo perché dovrei parlare del mercato".
"No. Alcune volte le notizie vengono buttate per destabilizzare, o perché sono vere. A me cambia poco: so di essere vincolato ai risultati, sono qui per vincere le partite. Il giornalista fa il suo lavoro, che sia fatto per creare confusione o perché è vero. Ma non ci ha toccato questa cosa".
"Mio nonno mi ha insegnato una cosa: nella vita ci sono gli ostacoli, sotto non si passa, di lato non si gira, e dunque bisogna saltarli. Se l'ostacolo è più alto non c'è problema, si cambia disciplina".
"Non mi posso permettere il lusso di non essere centrato. Nel momento in cui chiamo alle armi tutti, come faccio a essere destabilizzato? Credo nel lavoro che faccio e nei ragazzi che ho. Siamo questi, la battaglia è questa. E se i tifosi sono al mare li invito a tornare".
"Simeone è un giocatore intenso, che attacca la profondità molte volte, Lasagna te la attacca invece di qualità, non duecento volte. La forza del Verona è stata l'imprevedibilità tra le linee: le caratteristiche che aveva Caprari non sono replicabili, non sarà lo stesso Verona. Prima lo capiamo, prima si inizia a fare risultato e a tutelare i ragazzi che ci sono".
"Non ho deciso chi lo sostituirà. Non mi aspettavo nulla: le aspettative creano delusioni. Ci aspettiamo un assedio, sappiamo che siamo questi, che siamo contati, ma che nella pochezza di numeri troveremo la nostra forza. Abbiamo giovani talentuosi, ma non voglio correre il rischio di bruciarli".
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