A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Danilo Caravello, agente Fifa e procuratore, fra i tanti, di Destiny Udogie, soffermandosi sul futuro di Fabian Ruiz, centrocampista del Napoli.
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Udogie, l’agente: “Il Napoli con Fabian Ruiz deve fare come il Milan”
Udogie, l'agente su Fabian Ruiz
"Assolutamente bisogna fare come il Milan, che negli ultimi due anni non ha sbagliato nulla. Se il calciatore non rinnova, ha il diritto ed il dovere di giocare fino all'ultimo giorno. Diversamente sono storture e forzature che non portano da nessuna parte. A meno che non siano accadute situazioni per cui il club proprietario del cartellino non abbia subito un torto dal calciatore e, allora, non possiamo giudicare. Abbiamo una cultura sbagliata di questo sport: il Milan, ad esempio, ha sfruttato Donnarumma, Calhanoglu e Kessie fino all'ultimo giorno, traendone un grande vantaggio. Non bisogna fare drammi, anzi, sfruttare i grandi professionisti che si ha a disposizione fino alla fine del contratto".
Udogie, l'agente sul suo futuro
"Lo gestisce il mio socio Stefano Antonelli, è uno dei giovani più importanti del panorama internazionale. Ha fatto un grandissimo campionato, al di sopra delle aspettative, e questo testimonia sempre l'ottimo fiuto dell'Udinese. La dimostrazione che se si dà fiducia ai nostri ragazzi, riusciamo a produrre prodotti importanti anche in Italia".
Sui nuovi procuratori
Sei per la vecchia scuola dell'osservare i calciatori dal vivo, o della nuova che utilizza siti e algoritmi?
"Oggettivamente e per costrizione causa Covid, non abbiamo potuto vedere tante partite e ci siamo dovuti affidare a piattaforme online. Da lì, tante società vanno a prendere informazioni sui calciatori, facendosi una cultura ed una idea. Braida a Cremona, Corvino a Lecce, Sabatini a Salerno, però, dimostrano che la vecchia scuola di respirare l'erba del campo non passa mai di moda. La tecnologia è importante nello scouting, ma il calciatore va visto sul campo, nelle partite ed anche negli allenamenti. Tante società italiane e straniere ragionano per algoritmi, e non è un caso se il 70% di queste non hanno fatto bene nelle ultime stagioni. Bisogna sì stare al passo con i tempi, ma il verdetto finale deve arrivare dal campo".
Un caso che tanti procuratori stiano portando i loro assistiti in scadenza?
"Sono anni che, per un motivo o per l'altro, viene comodo indicare i procuratori come il male del calcio. Ovvio che negli ultimi anni la mia categoria è stata inflazionata, ed aumentando il numero degli agenti la probabilità di trovare una mela marcia aumenta. Premesso questo, gli agenti sono solo un anello del sistema. Se un calciatore va verso la scadenza, evidentemente si è inceppato prima qualcosa col club, oppure ha già qualche club alle spalle. Il procuratore fa gli interessi del proprio assistito, in secondo luogo i propri, ma i presidenti dovrebbero fare qualcosa. Un esempio lampante è Dybala: poteva firmare dallo scorso febbraio ma non lo ha fatto, è partito dal chiedere otto milioni ed ora sta avendo difficoltà a prenderne cinque più bonus. Gli accordi vanno sistemati prima, non negli ultimi mesi".
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