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Cari lettori di CalcioNapoli1926.it, la rubrica The Turning Point ha lo scopo di analizzare la chiave di volta dei match giocati dal Napoli. Campionato, Champions League o Coppa Italia assisteremo sempre ad un episodio che cambierà le sorti dell'incontro e noi saremo pronti a raccontarvelo.
Ultima gara dell'anno solare. Il Bologna fa visita al Napoliin uno stadio San Paolo pieno, tutti i tifosi azzurri sono lì per supportare la formazione partenopea e per mandare un messaggio: siamo tutti Koulibaly. Il difensore bersaglio di cori e ululati razzisti nella scorsa gara contro l'Inter, un ambiente ostile che lo ha portato a perdere la calma e rimediare un cartellino rosso per un applauso ironico rivolto al direttore di gara. Una sconfitta, quella sul campo nerazzurro, che ha inciso più sul morale che sulla classifica. Bologna era un banco di prova da non fallire, contro un allenatore in difficoltà e a rischio esonero. Il Napoli privo di Koulibaly dietro e di Lorenzo Insigne in avanti, scende in campo presentando la coppia Milik e Mertens in attacco. Due attaccanti da non sottovalutare, certamente, ma anche meno abituati a giocare insieme dopo le prime apparizioni stagionali. Una strana coppia, ma completa.
Arek è una punta vecchio stampo, il classico ariete pronto a sfruttare i cross di Malcuit e Ghoulam; Dries è la scheggia che fa impazzire la difesa avversaria aprendo gli spazi giusti. Il belga prende il posto di Lorenzo Insigne in questa nuova forma di 4-4-2, lasciando per un po' il ruolo di falso nueve che gli ha permesso la definitiva consacrazione come bomber. Milik e Mertens non deludono Carlo Ancelotti, nonostante il Bologna parta forte e impensierisca la retroguardia del Napoli. L'assenza di Kalidou Koulibaly si fa sentire, manca sicurezza e i meccanismi risultano meno oleati.
Gli ospiti ci provano, ma è Arek Milik ad aprire le marcature: un gol di rapina, la zampata vincente dopo un rimpallo vale l'1-0. Impossibile per Ancelotti non pensare alle reti simili firmate in passato con la maglia del Milan dal suo ex Pippo Inzaghi, ieri sulla panchina del Bologna. I rossoblù trovano il pareggio, ma il polacco ristabilisce le distanze. Questa volta il nuovo vantaggio è servito con la specialità della casa: un colpo di testa preciso, forte e che non lascia scampo a Skorupski. Nel calcio si parla spesso di fattore C in soccorso di una formazione in difficoltà, il Napoli ha dimostrato di affidarsi totalmente, invece, al fattore B. B come Bomber.
Milik da solo non sarebbe bastato, il calcio moderno è movimento ed in continua evoluzione. Fondamentale il compagno di reparto, a lui complementare. Dries Mertens firma il definitivo 3-2 nel finale, fa esplodere il San Paolo e regala i tre punti ai partenopei. Il gol del folletto belga dimostra l'anima camaleontica di questo Napoli, l'anima richiesta da Ancelotti fin dalle prime conferenze stampe. Un Napoli che sapesse adattarsi alla situazione da affrontare, soprattutto nel momento di maggiore difficoltà. Gli azzurri hanno rischiato di non vincerla, il finale del 2018 tra Inter e Bologna avrebbe rischiato di macchiare un percorso eccellente. Un finale amaro che il Napoli non avrebbe meritato ed è riuscito a scacciare.
Milik si conferma sempre più capocannoniere: 10 reti segnate in campionato, a seguire le 8 di Mertens. Arek è l'attaccante di cui questo Napoli aveva ed ha bisogno, nessun nome di mercato. Il fattore bomber di casa Napoli basta e avanza, adesso c'è soltanto da recuperare energie e lucidità. Un 2019 pieno d'impegni attende la formazione di Carlo Ancelotti, i cali di concentrazione sono da bandire. Nuovi banchi di prova sono in arrivo, ma le esultanze e gli abbracci mandano un fondamentale messaggio: Arek e Dries sono pronti ad esibire ancora i propri assi nella manica, facendo dell'unità del gruppo il valore primario. Nessuna rivalità, soltanto affetto e reciproca stima all'interno dello spogliatoio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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