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Trent’anni e non sentirli. Solo un memorial, una giornata evento, ma con le emozioni del primo sc

Redazione

Trent’anni e non sentirli. Solo un memorial, una giornata evento, ma con le emozioni del primo scudetto che sono tornate vivide come quel 10 maggio del 1987. Una festa che più che guardare al passato è una spinta per il futuro....

Trent’anni e non sentirli. Solo un memorial, una giornata evento, ma con le emozioni del primo scudetto che sono tornate vivide come quel 10 maggio del 1987. Una festa che più che guardare al passato è una spinta per il futuro. Così Napoli - la città - ha ricordato i 30 anni dal primo scudetto della storia quasi centenaria. Uno storico, indimenticabile 10 maggio 1987, quando con la maglia azzurra giocava Diego Armando Maradona.

L’OMAGGIO DELLA CITTÀ ad alcuni dei campioni d’Italia di allora, tra cui l’ex capitano Bruscolotti, Giordano, Carannante, Filardi, Di Fusco, Renica, Volpecina parte da Mergellina, per poi attraversare il rione Sanità, con le vecchie glorie a bordo di uno dei bus CitySightseeing. Tra i tanti tifosi, anche Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, tifoso ferito mortalmente durante gli scontri a Roma il 3 maggio 2014, prima delle finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina.

Il bus è stato accompagnato da numerosi sostenitori che hanno intonato alcuni dei cori più noti negli ambienti della tifoseria come “Oh mamma mi batte il corazon” ed il ritornello “porompompero”. In piazza di San Vincenzo alla Sanità, i calciatori hanno visitato la chiesa dedicata al santo, chiamato il Monacone, e si sono fermati davanti alla statua di Totò per foto e selfie con i tifosi, in via Santa Maria Antesaecula. Altra tappa del tour cittadino, il Duomo, dove capitan Bruscolotti e gli ex compagni di squadra hanno baciato la teca del sangue di San Gennaro, già liquefatto dal mattino.

Due i momenti istituzionali, in Comune e alla Regione, per uno scambio di gagliardetti, palloni firmati e medaglie ricordo anche con i dirigenti dell’epoca, il medico sociale Russo. A palazzo San Giacomo, sede della giunta comunale, i campioni dell’87, accompagnati dall’ex patron Corrado Ferlaino, sono stati ricevuti dal sindaco di Napoli.

MA LA GIORNATA DI FESTA è stata macchiata da un brutto episodio: giallo allo stadio san Paolo di Napoli. Bruscolotti, Giordano, Renica, Ferrario e gli altri campioni d’Italia del 1987 avevano organizzato una giornata di celebrazioni che prevedeva anche una tappa allo stadio San Paolo.

Un semplice giro celebrativo sulla pista dello stadio San Paolo intorno alle 18, l’orario in cui finì Napoli-Fiorentina, la partita che consegnò lo scudetto al Napoli. Ma, una volta davanti ai cancelli, li hanno trovati chiusi. La rabbia di Bruscolotti si è abbattuta sul Napoli: «È una vergogna - ha detto - non lo so chi lo ha deciso. È una vergogna lasciare fuori la squadra dello scudetto».

Alla luce della gaffe un balletto di responsabilità tra il Comune, proprietario dell’impianto, e la società Calcio Napoli, che lo gestisce. Per il Comune la gestione del campo spetta al club che ha replicato ricordando che l’uso esclusivo è solo nel giorno delle partite, mentre durante la settimana questo uso esclusivo è limitato al prato e agli spogliatoi quindi senza potere decisionale sull’aprire o chiudere lo stadio. «Non abbiamo mai negato il permesso», ha fatto sapere la società azzurra.

Fonte : Giovanni Scotto - Il Roma

REDAZIONE - Antonio De Crecchio.