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Stella Rossa-Napoli, tanto fumo e niente arrosto: il bottino è un pugno di mosche

Redazione

Stella Rossa-Napoli, tanto fumo e niente arrosto: il bottino è un pugno di mosche

Termina per 0-0 il match tra Stella Rossa e Napoli, il risultato è rimasto inchiodato per ben '90 minuti più '4 di recupero sempre senza scomodare le reti.

E' già tempo di rimpianti per Carlo Ancelotti e company: non è il tempo della tragedia ma è giusto avere consapevolezza di aver buttato al vento i 3 punti più semplici del girone. E' pur vero che le partite si giocano sul campo e che il pallone è rotondo ma non c'è bisogno di queste ovvietà di fronte a squadre come Liverpool, vice campione d'Europa e non necessita di altre encomi, e PSG che in attacco ha il sogno proibito di mezza europea tra Cavani, Neymar e Mbappè (il Napoli ne sa qualcosa).

C'è tanta amarezza per un risultato che poteva essere sbloccato con poco, pochissimo: una palla sporca, una testata non tatticamente bella da vedere ma efficace per esultare e portare a casa 3 punti, un Insigne che prende qualche palo di meno, un Callejon che divora di meno (ma crea tanto, ben 7 palle gol create dallo spagnolo), o forse un Zielinski nella serata giusta come quella contro il Milan che decide quasi da solo il match.

Ancelotti ne ha provate di ogni facendo entrare Mertens al 61' al posto di Allan e Adam Ounas e Marek Hamsik al '75 per José Maria Callejon e Piotr Zielinski, attuando un 4-2-4 che più offensivo non ce n'è: neanche così la partita e quella porta maledetta, blindata da Borjan riesce a sbloccarsi, probabilmente il portiere serbo naturalizzato canadese ha buttato le chiavi della porta. Oppure sarebbe bastata soltanto la chiave appropriata, inserirla, spingere ed aprire il portone delle meraviglie ed esultare anziché provare a più non posso tante chiavi sbagliate: per ogni porta c'è la giusta chiave.

Dunque il Napoli non riesce a strappare i 3 punti che sarebbero stati d'obbligo visto il girone di ferro in cui è capitato ed invece spreca la miglior chance per poterci credere realmente fino in fondo: è vero che nulla è impossibile ma gli azzurri si sono complicati la vita più che mai. Ma parlare di quello che sarà significa non credere che il calcio è bello perché è strano e pieno di sorprese: la Champions più di tutte! Come al solito, chi vivrà, vedrà.

Di Claudia Vivenzio

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