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Sono stanco di leggere articoli di giornale in cui si paragonano Sarri e Allegri. Il primo viene puntualmente dileggiato per i motivi più svariati: suda, bestemmia, veste male... e tanto per gradire, il suo gioco, considerato da alcuni "bello e inutile".
In realtà, quest'ultimo assunto può trovare un minimo riscontro solo se si considera la prima parte della stagione, quando la squadra dominava sempre, ma vinceva relativamente poco e subiva troppo.
Senza considerare "l'ottobre nero" e i contestuali infortuni di Milik e Albiol, i numeri parlano chiaro perché il Napoli dalla 13sima giornata di campionato (trasferta al Friuli di Udine) ha messo a segno più punti di tutti surclassando le dirette rivali: 62 i punti messi in fila, contro i 58 della Roma e i 55 della Juventus. "Traducendo" questi numeri, possiamo ben dire che da quando Sarri ha individuato in Mertens l'attaccante perfetto per il suo schema di gioco, i partenopei sono diventati praticamente imbattibili, ed è scorretto parlare di "consolazione" del bel gioco. Chi dice questo, semplicemente, non può parlare di calcio! Diciamolo senza mezze Il gioco del Napoli è bello e tremendamente concreto, specie se si considera il rapporto tra gol fatti e subiti e il dato - non residuale - che i match non sono mai in discussione.
In un primo momento, era "facile" prendere le misure al Napoli. Bastava bloccare le fonti di gioco sulle fasce e tenere d'occhio i tagli di Callejon. Oggi invece, il gruppo è maturo, pronto a ogni situazione di gioco. Mi blocchi le fasce? Bene, sfondo per vie centrali, e viceversa. Insomma, il collettivo che una meraviglia, peccato che Roma e Juventus non abbiano, per un motivo o per un altro (occhio al dato arbitrale), rallentato la loro marcia. REDAZIONE - .
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