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Daniele Verde (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Daniele Verde, calciatore dello Spezia, napoletano di nascita e che domenica affronterà gli azzurri, ha rilasciato quest'oggi alcune dichiarazioni a 1 Station Radio. A seguire le sue principali parole.
"Domenica sarà una bellissima giornata sia per me che per Insigne. Io torno nella mia città, scambierò sicuramente la mia maglia con la sua. Sarà una bellissima festa, non ci giochiamo più niente perché per noi è già arrivata la salvezza e per loro il terzo posto, sarà bello divertirci giocando a calcio. Futuro a Napoli? Non so come andrà a finire, il mio cuore è azzurro, non ne faccio mistero, ma non so se sarò io il prossimo napoletano del Napoli. Non dico che ho tifato Napoli in questi anni, ma da bambino ero un grandissimo tifoso. Sono uno di quelli che tifa per la squadra in cui gioca, ma il mio cuore per la mia città non ha mai cambiato colore. Dovesse arrivare una chiamata difficile dire di no ma io penso allo Spezia che ora è casa mia e mi godrò questi momenti".
Sulla stagione dello Spezia
"Si contano sulle dita delle mani le persone che ci credevano. Bisogna essere un tutt'uno quando si deve raggiungere un obiettivo, siamo stati un gruppo che ha pensato con una sola testa. Ci siamo tolti un sacco di soddisfazioni, non solo personali. Siamo partiti con il Covid, il mercato bloccato e l’improvviso cambio di allenatore, abbiamo passato un anno infernale calcisticamente parlando. Thiago è stato bravo a gestire tutte queste situazioni e noi lo abbiamo aiutato come gruppo. I risultati poi sono venuti. Ci sono tantissimi giovani, io non dirò che serve fare la gavetta in Italia, ma alcuni devono ancora crescere tantissimo. Diversi dei miei attuali compagni di squadra arriveranno ad altissimi livelli, ma secondo me serve almeno un altro anno nel nostro contesto prima del salto di qualità".
Sui gol
"Penso il più difficile è il gol con l'Udinese, perché mi aspettavo una palla rasoterra vista la pesantezza: eravamo sotto e dovevamo vincere per salvarci. Dovevamo per forza vincere per distaccare le altre sotto e non sapevo come andare su quella palla. In una frazione di secondo ho pensato che se fossi andato con il destro l’avrei mandata in tribuna, ma l'ho presa bene. Quello più bello con la Sampdoria all'andata agli ultimi secondi: un bel tiro da fuori area, non me lo aspettavo neanche io".
Sulla lotta scudetto
"Se Inzaghi mi ha mandato a quel paese per la rovesciata dell'anno scorso contro la Lazio? No, lo aveva fatto già lo scorso anno, live (ride, ndr). Io sono sempre rimasto accecato da come ha giocato e come ha gestito il gruppo l'Inter. Non mi meraviglierei se dovessero vincerlo nuovamente loro. Il Milan merita sicuramente per quanto ha espresso sul campo. Io al Milan? Sarebbe un onore, ho avuto già Massara, lo conosco. Se dovesse arrivare una chiamata, la valuterei. Conference? Forse si sottovaluta perché non realizziamo ancora l'importanza della coppa, visto che è appena nata. Come movimento calcistico facciamo fatica perché conosciamo l'Europa League e la Champions. Se dovesse vincere la Roma, un'italiana, saremmo tutti contenti e ne gioverebbe tutto il sistema".
Scudetto e Napoli
"Ci aspettavamo tutti di più, io in primis. Avevo già immaginato la festa e la gioia della città, noi ci abbiamo sperato tutti fino alla fine, ci aspettiamo che un domani potremo ritornare a festeggiare lo Scudetto. Non so cosa sia mancato, la squadra è da diversi in cima, ha un gruppo importante, si vede che vanno tutti d'accordo e sono una squadra fortissima. Sono un po' di anni che ha le qualità per poter vincere, ma evidentemente qualcosa manca, sebbene non sappia spiegarmi cosa nello specifico. A chi vorrei fare assist? Sicuramente Osimhen. Alto, basso, passaggio banale, tutto diventa un assist con lui. Sarebbe un giocatore cui regalare tanti assist. Mi piacerebbe giocare al suo fianco”.
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