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Spalletti ritira il Premio Bulgarelli: “Ringrazio la mia squadra, è come vincere un Oscar!”

Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Il tecnico del Napoli è intervenuto a margine del riconoscimento ricevuto come miglior allenatore del campionato

Luciano Spalletti interviene da Bologna durante la consegna del Premio Bulgarelli per il miglior allenatore italiano della stagione corrente. Cristiano Giuntoli, invece, ritirerà il suo premio a Fiuggi (Premio Maurizio Maestrelli come miglior direttore sportivo della stagione). Una volta arrivato in sala, il tecnico di Certaldo scopre che gli è stato assegnato il posto accanto ad Orsato, che ritirerà il premio come miglior arbitro. Subito Spalletti ha scherzato con il fischietto di Schio chiedendo: "Sicuro che mi ci vuole?" (ovvero, siete certi che mi voglia accanto a lui? ndr). Coloro che erano intorno si sono lasciati andare ad una grossa risata, così come Orsato stesso. Di seguito le sue dichiarazioni integrali a premio ricevuto.

Spalletti riceve il Premio Bulgarelli

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"Ringrazio chi ha pensato questo bellissimo premio e la giuria che ha pensato a me per darlo. Per quelli della mia generazione questo premio è come un Oscar per il cinema. Bulgarelli è stato una parte importante della storia del Bologna e lo ha fatto grazie alla sua perseveranza. Riceverlo nell'anno in cui il Napoli è diventato campione d'Italia, per me assume un'importanza particolare, quindi ringrazio i miei calciatori ed il Napoli. Poi parlo dei comportamenti: i miei calciatori per tutto l'anno si sono impegnati e fatto bene ciò che gli veniva chiesto, con massima disponibilità. Hanno dimostrato quell'attaccamento alla maglia di cui Bulgarelli ne era esempio assoluto". Com'è nato lo Scudetto?"Quando si va a mettere mano pesantemente su una squadra, serve sostituire i calciatori forti con altri calciatori forti. Magari erano sconosciuti, ma ci sono i video, ci si informa, oramai si arriva da tutte le parti. La parte maggiore l'ha fatta il direttore Giuntoli, che ha grande qualità nel fare questo. Poi si vanno a mettere questi calciatori nei ruoli che mancano. Un'altra caratteristica che serve ad un allenatore è avere la convinzione di avere a che fare con dei calciatori forti. Noi ne eravamo sicuri, poi ci siamo messi a lavorare con massima disciplina e massima disponibilità di tempo, è sempre il tempo che dedichi ad una cosa a fare la differenza.

Piano piano si va a creare un sistema di gioco, a credere in qualcosa di condiviso. Non è mai una partita sola, ci sono gli episodi, i momenti in cui hai più condizione sia fisica che mentale. Si tratta di lavorare in maniera seria che porta al risultato finale. Mondiali? "Della mia squadra mi sono riposato io, in molti erano in Nazionale. Quando si parla di squadre di quel condominio altissimo, è normale che abbiano il 75% di giocatori in Nazionale. È sempre un dovere considerare tutto, nel calcio è importante dare disponibilità, allenarsi, voler essere alleanti" Cosa lascia la festa Scudetto del Napoli? "Napoli ha insegnato come festeggiare uno Scudetto, ha insegnato come far partecipare tutti alla gioia di un'altra squadra. Napoli ci ha insegnato che la gioia, l'allegria e la felicità non hanno confine".