Luciano Spalletti si prepara a vivere le prossime sfide del suo Napoli da assoluto protagonista: lunedì arriverà il momento del Cagliari, poi Barcellona e Lazio e Milan. Tutto in un tour de force che molto dirà della stagione di una squadra compatta e felice, che si diverte quando gioca il proprio calcio e mette in mostra i propri (sani) princìpi. Quest'oggi il tecnico lo ha ricordato in una lunga intervista a Radio Kiss Kiss Napoli: bisogna sempre ricordarsi di essere il Napoli. A noi basta questo.
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Spalletti: “Osimhen esaltante, mi rende un tecnico migliore. Koulibaly? Ho finito gli aggettivi”
Le parole di Luciano Spalletti, intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli
Spalletti: "Koulibaly è spaventoso, Osimhen è stratosferico. Dobbiamo essere sempre il Napoli!"
Di seguito le dichiarazioni del tecnico del Napoli, intervenuto ai microfoni della radio ufficiale del club:
"Ora abbiamo più consapevolezza dopo Inter e il Barça. Mettere timore a squadre di questo livello, così come la vittoria di Venezia - che è stata importante come passaggio per le insidie che nascondeva - vuol dire dimostrare d'essere forti anche a se stessi"
Su Koulibaly
"Ho finito gli aggettivi per Koulibaly. Se penso alla gara di Barcellona dico che è stato spaventoso. Ammiro ed esalto Kalidou, ora spaventa anche me per ciò che sta dimostrando a livello di calma e di autorità. S'è fatto trovare sempre pronto. Koulibaly ha una capacità di sintesi incredibile dentro le partite, perciò lo definisco spaventoso".
Sul bilancio dell'annata finora
"Per me è facile tirare un bilancio, ma più che altro parlerei di una consapevolezza acquisita. Abbiamo messo in difficoltà grandi squadre, questo ci resta. Io ci sto bene qui dentro con tutto ciò che a Napoli ho intorno"
Sul Cagliari
"Non cambio risposta o pensiero rispetto a ciò che ho detto anche nelle ultime volte. Che arrivi il Cagliari, il Venezia, il Barcellona cambia poco. Il concetto è lo stesso: dobbiamo essere sempre il Napoli perché ci chiamiamo Napoli. A noi basta proporre il nostro livello di calcio, quello che ci serve proporre per essere felici. Solo chi non sa niente di calcio calpestato può pensare che sia una partita con meno insidie rispetto a Inter e Barcellona. Il Cagliari si è rinforzato, è in fiducia e in sintonia con il carattere e l'esperienza del suo allenatore e il suo allenatore lo conosciamo bene. Ha fatto vedere a Napoli e altrove le sue qualità professionali, per cui noi dovremo essere allo stesso livello delle altre gare già giocate".
Sulle aspettative
"Non si possono fare calcoli: il nostro futuro dipende da ciò che facciamo nel presente, nel quotidiano. Entriamo nel vivo del campionato ma io c'ero già dentro dal primo momento. Ora vorrei tredici gioie (vittorie ndr), tredici figate di quelle belle e magari anche di fila. Poi mi starebbe bene anche finirla qui sportivamente (ride, ndr)".
Su Osimhen
"Osimhen ha delle possibilità stratosferiche. Io stesso non riesco a capire dove possa arrivare. Il ragazzo mi esalta nel pensiero di cosa possa diventare: mette curiosità la sua crescita. L'avete visto tutti nell'ultima partita: ha dato degli strappi importanti di 40 metri portandosi dietro tutta la linea avversaria e poi magari ha sbagliato dei cross. Dev'essere il primo a convincersi delle sue doti tecniche, perché il ragazzo può fare tante altre cose e i compagni dovranno imparare ad essere all'altezza di uno così. Giocare con Victor, con Insigne, con Koulibaly, con Fabian significa farsi trovare pronti. Quando giochi con questi talenti sei un po' condannato a diventare forte. Io stesso sono costretto a diventare un allenatore migliore".
Sugli infortunati
"Lobotka, Politano, Anguissa e Lozano non ci saranno a Cagliari. Per quanto riguarda Barcellona valuteremo, ma temo che nessuno di loro potrà esserci. Forse si potrà recuperare solo Politano per giovedì, ma andrà visto con il tempo. Ogni volta che ci dicono che abbiamo tutti a disposizione poi ci succede di tutto (ride, ndr), quindi magari meglio evitare di dire altro. Sappiamo di avere altri campioni a disposizione".
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