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Chi vuole provare a estrarre qualche goccia di ottimismo dalla notte del San Paolo, può rivedersi in loop i due gol rossoneri. Il primo: lancio di Suso per Borini, sponda per Bonaventura. Il secondo: lancio di Biglia per Suso, sponda per Calabria. Due azioni concettualmente molto simili ed eseguite perfettamente, premiando gli inserimenti di una mezzala e di un terzino. E' la maschera di bellezza che Gattuso ha applicato sulla pelle del Diavolo in questi mesi, in attesa di trovare un rimedio ai guai della psiche, evidenziati chiaramente anche dal tecnico. Entrambe le azioni però hanno un denominatore comune. Sì, esatto: manca Higuain. Il Milan è andato in buca due volte senza passare da quello che dovrebbe essere il suo terminale. O comunque da un giocatore che tra le sue qualità contempla ottime capacità di appoggio alla manovra. Gattuso: "Higuain fondamentale per noi"
SPARTITO — Un po' fa strano e un po' è indicativo. Indicativo nel senso che indica piuttosto chiaramente come Higuain al momento non sia - diciamo così - al centro dei pensieri dei compagni. Non è per forza una cattiva notizia: cambiare lo spartito e spaziare su tutto l'orizzonte è cosa buona e giusta. Gattuso ha ragione nel non chiedere e nel non volere un Milan Gonzalo-dipendente. Però occorre metterlo in condizione di essere sfruttato. Altrimenti succede quel che è successo nelle due partite in cui ha giocato fino a questo momento: fra Madrid e Napoli il totale dice tre tiri. Uno al Bernabeu: il gol. Due al San Paolo, da dimenticare, fra il 41' e il 43' della ripresa: il primo è stato un sinistro in curva da buona posizione e il secondo un altro sinistro strozzato e terminato fra le braccia di Ospina in modalità moviola.
SOLUZIONI — Il problema comunque non è la qualità delle conclusioni, ma la bassissima media a partita. A Napoli il Pipa ha toccato 38 palloni. Per un centravanti non è una cifra così pessima, ma occorre capire in che modo gli sono arrivati. Non benissimo, a giudicare dalle immagini alla fine del primo tempo. Un conciliabolo con Biglia e soprattutto con Romagnoli dove espressione e gestualità erano abbastanza evidenti: Gonzalo chiedeva ai compagni altre cose, altre soluzioni per fargli arrivare il pallone. Non era evidentemente soddisfatto del modo in cui ripartiva l'azione - e il Milan stava vincendo.. -, probabilmente ha chiesto scambi più rapidi in modo da poter aggredire gli spazi e avere la possibilità di dettare più opzioni ai compagni. Il 4-2-3-1 potrebbe essere una soluzione che aiuta, certo, ma Gattuso - almeno in questa prima parte di stagione - non derogherà dai meccanismi del 4-3-3 già mandati a memoria. E quindi occorrerà cambiare l'atteggiamento degli interpreti. Suso che si accentra e gli si piazza alle spalle (come sta iniziando timidamente a succedere) potrebbe essere una soluzione, il rientro di Calhanoglu ne darà altre e le mezzali dovranno abituarsi a guardare più centralmente, resistendo alla tentazione di scaricare in fascia. I cross dal fondo, a difese schierate, non sono la materia in cui eccelle Gonzalo, che ha ottimi voti in tante altre: basta fargli le domande giuste. Gazzetta.
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