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Il 2018 di Simone Verdi, tra il grande rifiuto e tanta sfortuna

Redazione

Raccontiamo il 2018 di Simone Verdi, tra il grande rifiuto e tanta sfortuna

IL GRAN RIFIUTO - Il rapporto tra Napoli e Simone Verdi non è cominciato nel migliore dei modi. Tutto è iniziato circa un anno fa con il grande rifiuto alla maglia azzurra, nel mercato invernale, del calciatore nato in provincia di Pavia. Maurizio Sarri lo voleva fortemente in rosa, avendolo già allenato all'Empoli, ma lui preferì restare a Bologna perchè voleva terminare la stagione in terra emiliana per riconoscenza verso il club che lo aveva rilanciato nel calcio che conta.

L'APPRODO IN AZZURRO - I tifosi azzurri non videro di buon occhio questa sua mossa, ma è stata prontamente perdonata quando il ragazzo ha trovato il tanto agognato accordo con il Napoli in estate, nonostante le sirene interiste, partendo subito per il ritiro in Val di Sole agli ordini del nuovo tecnico Carlo Ancelotti. Tanti applausi per lui da parte dei tifosi azzurri che non stavano nelle pelle di vederlo all'opera nell'attacco partenopeo.

L'ESORDIO IN CAMPIONATO - Con l'allenatore di Reggiolo non è stato subito amore. I primi due match di campionato, contro Lazio e Milan, visti dalla panchina, ma a Genova contro la Sampdoria ha trovato la desiderata titolarità. Purtroppo il match non è andato come ci si aspettava. Il Napoli esce sconfitto dal Ferraris senza appello per 3-0. Per Simone soltanto 45 minuti in campo e un presunto litigio con Insigne. La cosa suonava come una bocciatura. Infatti solo panchina contro la Fiorentina.

IL PRIMO GOL – Ma la a giornata successiva a Torino ritrova il posto da titolare e anche il primo gol. Semplicemente meraviglioso. Ripartenza fulminea con palla rubata dallo stesso Verdi poco più avanti della linea di centrocampo e uno due con Dries Mertens finalizzato con un sinistro al volo poco prima della linea del dischetto di rigore. Nel turno infrasettimanale contro il Parma, fa il suo esordio al San Paolo entrando nell'ultimo quarto d'ora. Giusto in tempo per servire un assist al bacio ad Arek Milik sul secondo palo, dopo un'azione insistita partita dal vertice sinistro dell'area di rigore emiliana. Solo panchina nel match scudetto con la Juve. Ritorna titolare contro il Sassuolo completando 26 passaggi su 26 effettuati.

IL NUOVO INFORTUNIO - Poi dopo la sosta, il fattaccio. Ad Udine parte titolare ma dopo un solo minuto di gioco la sfortuna torna ad accanirsi su di lui dopo l'infortunio ai legamenti della caviglia nel 2016. Dopo uno scatto sente tirare dietro la coscia ed è costretto ad uscire. Un mese di stop la prognosi. Ancelotti, dopo 35 giorni dall'infortunio, lo convoca per il match contro il Chievo, ma incredibilmente si fa male di nuovo in allenamento a causa di una distorsione alla caviglia. Dopo circa un mese, il tecnico azzurro lo riconvoca per le sfide alla SPAL e all'Inter, però non scende in campo.

IL RIENTRO - Ma, proprio nell'ultimo match del 2018 e del girone d'andata, Ancelotti lo schiera titolare proprio contro la sua ex squadra, il Bologna. Gioca un buon match, ma nessun lampo. 58 minuti in campo per ritrovare minuti e fiducia. Per iniziare ad essere determinante per questo Napoli. Auguriamo a Simone uno splendido 2019 tutto azzurro e con tanti gol!

Domenico D'Ausilio

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