ultimissime calcio napoli

Senza coraggio, intelligenza e cuore

Redazione

Senza coraggio, intelligenza e cuore: questo il Napoli visto contro l'Arsenal

Coraggio, intelligenza e cuore. Era stata questa, così diretta e sintetica, la ricetta scritta da Carlo Ancelotti per ribaltare Arsenal-Napoli, al San Paolo, e farla divenire la partita storica, da raccontare chissà per quanti anni.

Evidentemente però quando il tecnico azzurro, che mai in carriera si era ritrovato nella scomoda posizione di chi deve riscrivere un 2-0, ha rivelato i suoi ingredienti nessuno dei calciatori del Napoli era seduto di fronte alla cattedra a prendere appunti. Che fossero alla famosa riunione di squadra? Chissà.

Il tiro di Lacazette, l'unico vero attentato dell'Arsenal alla porta azzurra insieme al tentativo di Aubameyang al 48', basta ai Gunners per chiudere la pratica San Paolo e passare alle semifinali di Europa League.

Il rammarico maggiore è che mai nei 180' il Napoli ha dato l'impressione di poter modificare la scrittura del tabellino, impressa a fuoco dopo i primi sette giri di lancette all'Emirates Stadium.

Ancelotti aveva provato a giocarla a Londra senza troppi fronzoli, con la "formazione tipo", che nel corso della stagione si era più o meno distinta per essere quella giusta a creare il dialogo necessario tra gli 11 in campo. Tuttavia in casa inglese al Napoli sono tremate le gambe, perdendo ogni geometria. Al San Paolo, allora, Ancelotti ha provato a rispondere con la difesa a "tre e mezzo" che tanto bene aveva fatto nel girone di Champions League contro Liverpool e PSG. Il tentativo è fallito.

Quello difensivo è un atteggiamento corale, lo ha ribadito spesso l'allenatore. Un'attitudine che coinvolge in ordine di posto tutti i presenti sul terreno di gioco. Poco, infatti, si può dire di Koulibaly, Chiriches e Maksimovic. Il problema è stato l'insieme, e il gol dell'avversario. Barriera schierata non impeccabilmente ma Meret è lo stesso portiere che da futuro dell'Italia, la settimana scorsa, era divenuto l'unica speranza di quello europeo del Napoli.

Sono mancati gli ingredienti, basta questo. Sono mancati contro un Arsenal non troppo arrembante e temibile, sicuramente meno di quello che avrebbe potuto di fronte a un Napoli che a centrocampo si è sfilacciato. Allan ha cercato di fare da mastino, ma i suoi morsi sono lontani da quelli conficcati nelle caviglie di Salah. Fabian ha perso visione del gioco, dando ragione a chi ritiene che questo non sia sicuramente il periodo migliore della sua stagione partenopea. I cross dello spagnolo sono tentativi timidi e spesso ciechi: non c'è chi li accompagna o comunque non è sapientemente intercettato.

Milik ha cercato di guadagnarsi un posto, reduce dalla panchina di Londra. Ancelotti gliel'ha concesso ma due errori sotto porta sono troppi nel giorno dei giudizi, nel giorno in cui bisogna "gettare il cuore oltre l'ostacolo".

L'immagine che resta impressa la lascia in eredità agli occhi del pubblico Lorenzo Insigne. Sostituito al 60', il capitano lascia la nave sorpreso della decisione del tecnico e tra i fischi dei tifosi presenti sugli spalti. Una smorfia s'intravede sul volto dell'attaccante napoletano, che resta in piedi accanto alla panchina. Non si siede e non nasconde le lacrime, probabilmente di nervosismo per l'epilogo anticipato di questa ennesima giostra europea, dalla quale si scende sempre troppo presto e mai senza rammarico.

In due gare nessuna rete incassata da Cech. Un dato che non lascia spazio a interpretazioni o dietrologia. Finisce così.

"Alzate lo sguardo e fate brillare i vostri occhi, questi sono i colori di Partenope. Combattete per essa!", è lo striscione che ha delimitato l'intera Curva B accompagnato dallo sventolare di bandiere bianche e azzurre. Questo era il senso della "pretesa" da parte dei tifosi del Napoli in merito a quella che nostalgicamente ancora viene definita come "Coppa UEFA". Forse perché lì si conservano gli ultimi momenti europei che i napoletani vogliono ricordare. Quando si vedevano coraggio, intelligenza e cuore.

La formula è sempre la stessa, e solo qualche giorno prima Ajax e Tottenham l'avevano suggerita nell'altra Europa. Peccato esserci andati ancora una volta troppo lontano.

Redazione

Sabrina Uccello

©RIPRODUZIONE RISERVATA