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La scorsa notte è apparso uno striscione a Via Piccolomini, Roma. Recitava così: “Daje Daniè. La Roma ultras è con te“. Gli ultras romanisti hanno dunque "esultato" per lo sconto di pena che la Corte d'assise d'appello ha riservato a Daniele De Santis, reo di aver ucciso Ciro Esposito.
Fa male vedere certe prese di posizione, non giriamoci intorno. Ogni volta che il fenomeno calcio viene inghiottito in queste drammatiche vicende, si spegne un sogno... tutto diventa sterile e agghiacciante.
Ogni persona dotata di un minimo di coscienza civile sa che l'omicidio di Ciro Esposito non ha niente a che vedere con lo sport o con il tifo... eppure qui il problema è diffuso in via orizzontale. Non è solo questione di facinorosi o delinquenti.
Alcune testate romane hanno riportato la notizia parlando di De Santis come "accusato"... quasi come se fosse lui la vittima di questa faccenda. Premettendo che un processo si ritiene concluso esperiti i tre gradi di giudizio... è altrettanto vero che "Gastone" è stato già condannato! Non è un semplice "accusato".
Ok, sono tecnicismi... ma anche sfumature che non possono essere taciute. Con questi "chiari di luna" (mutuando un'espressione dalla lingua napoletana) è difficile immaginare che tra Napoli e Roma si possano in qualche modo calmare le acque. Chi, facendo appello al buon senso, auspicava un gemellaggio tra due tifoserie passionali (ma anche umorali) dovrà prendere atto che, allo stato dei fatti, l'amore, il bene... non può trionfare. Almeno finché non si renderà giustizia alla memoria di Ciro. REDAZIONE - .
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