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ROMA – Dopo la sconfitta nell'atto inaugurale contro lo Shakhtar Donetsk, il Napoli non

Redazione

ROMA – Dopo la sconfitta nell'atto inaugurale contro lo Shakhtar Donetsk, il Napoli non può permettersi di sbagliare nella gara interna contro il Feyenoord, travolto in casa 0-4 dal City all'esordio. Forte del 6 su 6 in...

ROMA - Dopo la sconfitta nell'atto inaugurale contro lo Shakhtar Donetsk, il Napoli non può permettersi di sbagliare nella gara interna contro il Feyenoord, travolto in casa 0-4 dal City all'esordio. Forte del 6 su 6 in campionato, Maurizio Sarri non nasconde il peso specifico del match: «Partita importante, non decisiva solo perché ci sono tante partite dopo. Feyenoord? Quando si parla dell'Ajax si dice che è difficile, quando si parla di loro si dice che è facile... Sono una squadra forte, che quando attacca è pericolosa, ha degli ottimi giovani di cui sentiremo parlare. Caratterialmente noi quest'anno abbiamo qualcosa di più, abbiamo delle reazioni forti nei momenti di difficoltà: spero che sia una caratteristica che ci porteremo dietro tutto l'anno».

L'ACCUSA - Sarri è molto arrabbiato per l'infortunio di Milik: «Voglio fare gli auguri ad Arek, ragazzo sfortunatissimo che stava tornando in condizione. Non ci dobbiamo piangere addosso, mi dispiace se vengo accusato di piangere, ma il terreno di gioco di Ferrara era indegno. Se l'infortunio fosse dovuto a questo? Avevamo fatto 10 minuti stupendi con il 4-2-3-1 e questo stop ci nega questa opzione. Callejon ha le caratteristiche per giocare prima punta, anche Ounas ha il potenziale per farlo. Rimpianti per le cessioni di Pavoletti o Zapata? Non sono il presidente o il direttore sportivo, non ho venduto nessuno... E' ipocrisia limitare la lista Champions e poi far fare 70 partite ai giocatori. Anche le altre squadre si troverebbero nella stessa situazione: Se Higuain o Icardi si facessero male Juve e Inter avrebbero lo stesso problema».

PROBLEMA NAZIONALI - Quando gli chiedono se sta studiando soluzioni nuove, vista l'assenza di Milik, Sarri prende la palla al balzo: «Prove di alternative? Con il calendario così, se parliamo di prove ci prendiamo in giro perché giochiamo ogni 70 ore. Le nazionali non possono avere i giocatori 33 giorni su 90. Se questo cambierà, riprenderà il lavoro delle squadre che in questo momento non esiste. 18 squadre? Ha pro e contro, ci sono meno partite ma toglie un sogno a molte città e riduce il numero di appassionati. Punto il dito sulle nazionali, devono avere un periodo di tempo in cui giocano e il resto dell'attività deve stare ferma. Noi faremo una settimana piena di allenamenti solo a dicembre». Corriere dello Sport.