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Il giornalista Mario Sconcerti, nel suo editoriale per il Corriere della Sera, ha analizzato l'eliminazione del Napoli dalla Champions League, ecco quanto scritto:
“Manca il Napoli alla piccola festa italiana. È stata una brutta Champions la sua, quattro sconfitte su sei partite, non un livello internazionale. Per paradosso il Napoli si è chiamato fuori quando era ancora il miglior Napoli, ha giocato benissimo nelle due gare col City, ha dato tre gol allo Shakhtar in casa. Ma c’è stato un limite tecnico chiaro. A questi livelli conta la somma delle qualità individuali. Sotto questo aspetto al Napoli manca qualcosa. Se il Napoli non corre, se non è rapido nei suoi scambi, diventa normale. Non ha fuoriclasse, è solo gioco. E senza corsa viene meno anche quello.
Il City in Ucraina ha fatto una partita pessima, con una formazione giovane e senza motivazioni, ma il Napoli non ha meritato nemmeno il beneficio di un sospetto. Lo Shakhtar si è dimostrato migliore con i suoi brasiliani e il suo gioco da piccolo Napoli però insistente. È una brutta eliminazione che vale un pensiero anche per Sarri. Qualcosa ha bruciato la sua squadra, forse le poche sostituzioni (ma anche lo Shakhtar gioca sempre con gli stessi dodici), forse lo stress di essere stato in testa a lungo. Forse la disabitudine stessa di Sarri alla Champions, a una velocità diversa e a una buona scuola generale che frenano le sue diversità.
Il problema non è soltanto l’eliminazione, è quanto durerà questa normalità. Il Napoli adesso è come fosse solo, è finita la differenza di Sarri. È la qualità dei giocatori a dover bastare a se stessa e non sta bastando. Non resta nemmeno la consolazione di potersi riposare. L’Europa League darà lo stesso spreco di energia per un premio molto più basso“.
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