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Sandro Mazzola, le fa un certo effetto vedere il Napoli così su in classifica rispetto alla sua Inter? Dall’altra parte del telefono, è chiaro che uno dei giocatori più forti che l’Italia abbia avuto ha una pausa di rassegnazione. «Beh, ormai ce ne siamo dimenticati di quando eravamo noi quelli più forti di tutti, sono passati tanti anni. però se arriva Messi.».
Mazzola, davvero ci crede?
«Guardi, questi qui (i cinesi di Suning, ndr) hanno davvero la forza per prendere quello che vogliono, pure la Pulce».
Certo, in quel caso cambierebbe tutto in Italia?
«Ma dovrebbero augurarselo tutti, quando arrivano fuoriclasse come lui c’è solo da far festa: ora in serie A c’è una noia assurda, se non ci fosse il Napoli di Sarri si farebbe fatica a divertirsi».
Questa cosa l’ha ripetuta spesso in questa stagione.
«Perché lo penso sul serio: il Napoli è una garanzia, è una squadra che pensa a far gol, ad attaccare. Ti metti davanti alla tv e sai che lo spettacolo non mancherà. Al contrario di altre formazioni che sono quasi sempre un pianto.».
Stasera chi vince a San Siro?
«Per principio, non posso che dire Inter: ma quel Lorenzo lì può regalare un po’ di dispiaceri ai nerazzurri. Quando Insigne fa certe giocate mi ricorda un certo Sandro Mazzola».
Un paragone da brividi?
«E' un campione vero, ha personalità, estro. Non ha paura di nulla né in campo né fuori. Proprio come me. Gli auguro di essere amato come lo è stato Juliano dai napoletani».
Magari anche lui un giorno farà irruzione in uno spogliatoio dell’arbitro per protestare?
«Lo so a cosa si riferisce. Lo ammetto: con Gonella alzai la voce quella volta. Era una cosa sbagliata ma la feci. Perdevamo 1-0 a San Siro e il Napoli con Zoff, Juliano, Altafini stava giocando bene e in più aveva anche un uomo in più per l’espulsione di Burgnich. E a Gonella glielo urlai: Se va avanti così, qui finisce male per noi. Ma finisce male anche per lei. Poi nella ripresa ci fu la nostra rimonta, con un rigore di Boninsegna che fece arrabbiare tutti i napoletani».
Era il 1971.
«Oggi nessuno dell’Inter ha la personalità per permettersi quel mio gesto. Una cosa irregolare, sia chiaro, ma che in quegli anni i capitani facevano».
Cosa succede all’Inter?
«Dicono che sia la stanchezza. Ma quando vedo certi crolli, penso alla testa che va ko. I leader, se ci sono, devono prendersi la squadra sulle spalle. Facile prenderselasolo e sempre con Pioli che a mio avviso va confermato. Semmai va cacciato qualcuno non degno di questa maglia».
Però se arrivasse Simeone?
«Il livello salirebbe molto, lo scenario cambierebbe. Ma io andrei avanti con Pioli».
Lo prenderebbe Sarri?
«Di corsa. Lo sa che mi ricorda Helenio Herrera?».
Sarri sarà fierissimo di questa accostamento.
«E ci credo. Il mago era straordinario: schietto con i giocatori, schiena dritta, idee illuminanti. E poi con lui ognuno di noi sapeva sempre cosa fare in campo e cosa gli altri facevano in campo».
Poi una bella parlantina tutti e due?
«Eh sì. Prima di ogni partita ci portava a fare una delle solite camminate. Uno alla volta ci chiamava a sé per dirci qualcosa sulla gara e sugli avversari: tornavamo al nostro posto sempre facendo delle smorfie: il mago è matto. Poi ci ripensavi e un po’ alla volta ti convincevi che aveva ragione. Pure con Sarri spesso è così». Ma i cinesi dell’Inter sanno chi è Sandro Mazzola? «Una volta, forse due, mi hanno chiamato. Non so manco chi per la precisione. Ma non mi importa». Il Mattino.
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