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NAPLES, ITALY - MAY 17: Salvatore Esposito , Kalidou Koulibaly during an SSC Napoli Training Session on May 17, 2019 in Naples, Italy. (Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)
Intervenuto ai microfoni di Radio Marte,l'attore Salvatore Esposito, ha parlato della possibile ripresa del calcio italiano in questa emergenza Coronavirus.
"C'è bisogno di capire quando potremo ricominciare. Non solo gli attori e i registi, ma tutto il settore ne ha bisogno. Ripresa del calcio? Da appassionato spero si possa ricominciare il prima possibile. Il problema reale è che non so se adesso le federazioni sono pronte a fronteggiare una situazione come questa. In Germania hanno trovato altri positivi. Se tu fai un protocollo dove non prevedi che chi è stato a contatto con il calciatore non vada in quarantena, butti all'aria tutto l'aspetto sanitario. Perché la sicurezza può valere per una persona e non per un'altra? Dybala dopo un mese è ancora positivo. Purtroppo abbiamo a che fare con qualcosa che non conosciamo ancora bene, il vero problema è questo. Il virus, che per alcune persone è letale, al giorno d'oggi ha messo in ginocchio anche le grandi potenze".
L'attore ha, inoltre, parlato dell'ambiente Napoli alle prese con il protocollo per il ritorno della squadra in allenamento presso il centro tecnico di Castel Volturno.
"Clima tra i calciatori del Napoli? Un po', come credo tutti, sono frastornati. Qualcuno non vede l'ora di riprendere, alla fine questa è una passione e anche io non vedo l'ora di tornare sul set. Allo stesso tempo però hanno paura, magari non tanto per loro ma per i loro cari. Vuoi o non vuoi entreranno in contatto con i loro familiari, la paura che hanno è questa. Inoltre, si trovano di fronte persone che sul ricominciare hanno idee differenti, e non sai di chi fidarti. Ci sono pareri di chi propone la quarantena solo al calciatore, qualora positivo, chi lo vorrebbe per tutta la squadra, chi vuole giocare e chi no. C'è un caos totale e loro sono in balia di questo caos.
Detto questo si deve ragionare anche sotto un altro aspetto: loro vengono da un paio di mesi di inattività. Devono rifare una preparazione, andare incontro a un'estate che farà giocare 3 partite a settimane. Sono dei privilegiati, vero, ma ovviamente anche loro è giusto che tengano alla loro salute. Capisco che il calcio abbia bisogno di ripartire, è un'industria grande e molte società rischiano di fallire o avere perdite enormi. Però non vedo una reale soluzione. La cosa più intelligente da fare poteva essere fermare tutto, senza vincitori e vinti, per ripartire a settembre, con l'esperienza del caso e le giuste precauzioni".
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