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Sacchi esalta la “bellezza fragile” di Sarri. Ma la storia dice a entrambi che sono superati

Giovanni Ibello

Le parole del tecnico di Fusignano

Parole al miele quelle di Arrigo Sacchi che intervenuto al festival dello Sport, esalta il suo "pupillo" Maurizio Sarri. Un Sacchi ancora legato al mito della bellezza e dell'evanescenza come prerogativa del calcio. Peccato che i fatti, sia Napoli che a Torino, non abbiano confermato questi alti pensamenti.  La storia recente del calcio dice a entrambi che sono superati. Peccato che Maurizio abbia deciso di andare al di là delle sue possibilità, optando per una Juventus che, per tanti fattori, è così lontana dai principi estetici (e di vita) sarriani. Queste le considerazioni dell'ex tecnico Sacchi: "Io assumerei Sarri sa sapessi che i calciatori sono funzionali alle sue idee. Idee che io condivido pienamente. Il suo calcio è armonioso, è bello e concreto. Con Sarri si vince attraverso bellezza e merito.

Il merito è la parola più sconosciuta al popolo italiano. Il calcio è il riflesso della società e della storia di un paese. Tutte le distonie che vi sono nel calcio sono quelle della vita di tutti i giorni, fare squadra nel nostro paese è improbabile ed è un peccato perché sarebbe la cosa più importante. Per fare squadra devi stare attento alla mente, i piedi li metti a posto la mente è più difficile"