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L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport racconta il pomeriggio di passione di Kalidou Koulibaly, accompagnato dal presidente De Laurentiis, alla Corte Sportiva d'Appello della FIGC, che ieri ha respinto il ricorso contro la squalifica del difensore azzurro. Il ricorso puntava a vedere annullata la seconda giornata di stop del difensore e a vederlo in campo domani sera contro la Lazio. Il senegalese invece resterà ancora a casa. Nonostante l’accorato appello del presidente Aurelio De Laurentiis davanti ai giudici:
"Il Napoli è stanco di incontrare in due campi su tre atteggiamenti razzisti, cori e ululati. Avete l’occasione per dare un segnale forte a tutti". La delegazione del Napoli era arrivata presso gli uffici federali verso le 13.12, uscendone alle 14.20.
L’udienza è durata circa 55 minuti ed ha visto anche un intervento del difensore senegalese molto 'toccante', in cui Koulibaly ha raccontato della vergogna avuta nel raccontare alla mamma (che ha visto la partita in TV) cosa avesse provato nel momento dei buu razzisti e perché avesse perso successivamente la testa. Ma per il collegio "l’inaccettabile clima di San Siro, non può in alcun caso essere ritenuto quale giustificazione o circostanza attenuante del comportamento irriguardoso di un atleta". Per i giudici le proteste di Muntari erano state una reazione all’atteggiamento del pubblico, l’«applauso ironico» di Koulibaly era invece rivolto chiaramente all’arbitro Mazzoleni.
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