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Gennaro Matino, giornalista di Repubblica, ai microfoni di Radio CRC, alla trasmissione Barba e Capelli, ha parlato di quanto successo a Milano:
"Quello che è successo a Milano è la costante e il preludio di un imbarbarimento ancora maggiore della contrapposizioni tra parti (tifoserie, ndr) che mette in moto le differenze. Repubblica fa bene a parlare di violenza da stadio: quella che è capitata lì non è contrapposizione tra tifoserie ma è il sentire l'adagio costante della cattiveria. L'Italia è diventata cattiva e arrabbiata e a Milano si vedeva tutta la cattiveria e la rabbia, dentro e fuori dallo stadio. Ancelotti dice che la prossima volta si fermeranno da soli, io penso che il momento sia questo, non ci deve essere una prossima volta. Qual è la prossima volta? Quando metteranno una bomba e faranno saltare tutto? E' già morta una persona. Il Giudice Sportivo poi che fa? Se ne esce con una squalifica della Curva, ma fatemi il favore! Il Governo non è all'altezza del suo compito educativo, comprese le squadre di calcio".
De Magistris lo ha definito razzismo di stato? "Sono d'accordo. Il razzismo è istituzionale. Mazzoleni è una pedina piccola che sta in campo e sta lì. Le squadre fanno il gioco che serve al calcioscommesse, alle slot. Il Ministro degli Interni (Salvini, ndr), che si riempie la bocca di ordine pubblico, deve dire basta e che non si gioca per i prossimi tre mesi. Quando si vuole riorganizzare l'ordine pubblico si devono mandare segnali forti. La guerra non si fa con le parole ma con atti veri e forti per migliorare il Paese".
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