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Tra qualche giorno, esattamente il 10 maggio 2017, cadrà il 30esimo anniversario dalla conquista del primo storico scudetto del Napoli ma non è stato possibile realizzar alcun evento al San Paolo per celebrare l'occasione.
Il capitano di quel Napoli scudettato, Giuseppe Bruscolotti, ha rilasciato alcune dichiarazioni sui taccuini de Il Corriere del Mezzogiorno:
"Diego mi è sempre stato molto grato di avergli dato la fascia. Era un calciatore e un uomo immenso, ma, o forse proprio per questo, ci teneva a certe cose. Per lui indossare quella fascia significava molto. Fu tutto molto naturale. Durante il ritiro l’avevo visto particolarmente carico, responsabilizzato. Era venuto per vincere e voleva comunicare questa sua voglia a tutti. Insomma, era la giusta cosa da fare, Diego si rivelò infatti un grande capitano.
In tanti anni non gli ho mai sentito dire una parola fuori posto a un compagno. Mai un rimprovero, una smorfia negativa. Sempre e solo incoraggiamenti, e non so se rendo l’idea di cosa significhi per un calciatore sentirsi dire da Maradona: sei il più forte. Lui lo sapeva, e utilizzava questo carisma per caricare la squadra. Sono passati trent’anni, sembra un’eternità…"
Oggi cosa farebbe quella squadra?
"Vincerebbe il campionato per distacco. Guarda quei tre davanti: Maradona-Giordano-Carnevale. Chi è che ce li ha, in Serie A? In un campionato come quelli a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, Maradona farebbe cinquanta gol. Le avversarie avevano Virdis, Vialli, Altobelli, Serena, Graziani, Diaz. Poi dall’anno dopo anche Van Basten. E tanti altri… tutti marcati, con successo devo dire. Più Platini. Era un mestiere duro, il terzino all’epoca.
Dovevi essere in grado di marcare a uomo tanto il centravanti di un metro e novanta quanto la mezzala, andandola a prendere fino alla sua metà campo, sennò non la vedevi più, per come erano forti tecnicamente i “dieci”. REDAZIONE - Antonio De Crecchio.
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