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Presentazione Conte, Ussi Campania e SUGC: “Una questione privata, inaccettabile”

napoli conte
La nota ufficiale contro l'organizzazione della presentazione del tecnico azzurro
Sara Ghezzi

Aurelio De Laurentiis ha voluto organizzare per Antonio Conte una presentazione in grande stile in una location sensazionale. Ma il tutto porta dietro una nota stonata. In merito a ciò l’ e del Sindacato dei Giornalisti della Campania (Sugc),  hanno emanato un comunicato in cui sottolineano come la società abbia voluto chiudere l'evento ai media. A seguire la nota ufficiale.

Presentazione Conte, Ussi Campania e SUGC: "Una questione privata, inaccettabile"

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"Inizia male l’avventura di Antonio Conte a Napoli. La presentazione dell’allenatore è stata organizzata dalla SscNapoli nel Teatro di Corte di Palazzo Reale, ma è sostanzialmente una questione “privata”. Il club continua nell’azione di chiusura verso i media e censura le presenze di fotografi e cineoperatori. Oltre a selezionare e invitare solo un numero ristretto di giornalisti, che dovranno sostanzialmente assistere allo “spettacolo”. Il Napoli assicurerà una diretta internet della presentazione, puntando sempre più ad autoprodurre contenuti e a governare le informazioni e le comunicazioni.


L’Ussi e il Sugc ritengono inaccettabile questa impostazione, che non consente agli operatori dell’informazione di poter svolgere liberamente il loro lavoro, anche e soprattutto in una circostanza così importante per i tifosi e la città. E invitano il Napoli a seguire l’esempio di altre società sportive italiane ed europee che, correttamente, danno la possibilità alle testate giornalistiche di richiedere un accredito, organizzando queste iniziative nel rispetto del lavoro e dell’autonomia giornalistica.

Quanto al divieto di partecipazione di fotografi e cineoperatori, appare mirato solo ed esclusivamente alla categoria degli operatori per immagine, tagliata completamente fuori da queste occasioni mediaticamente rilevanti. Lasciando però la libertà a tutti i presenti, moltissimi dei quali nulla hanno a che fare con l’informazione, di riprendere con telefoni cellulari foto e video, postati liberamente sui social network personali. Ciò a danno di una categoria di professionisti posta in balia di una concorrenza sleale contro la quale non ha strumenti di difesa".