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Prendere e portare a casa, senza sé e senza ma. Senza quelle attenuanti che potrebbero giustificare

Redazione

Prendere e portare a casa, senza sé e senza ma. Senza quelle attenuanti che potrebbero giustificare una prestazione infelice e una gara senza storia. Perché perdere al Bernabeu ci sta, ma consegnarsi agli avversari esaltando il loro...

Prendere e portare a casa, senza sé e senza ma. Senza quelle attenuanti che potrebbero giustificare una prestazione infelice e una gara senza storia. Perché perdere al Bernabeu ci sta, ma consegnarsi agli avversari esaltando il loro gioco migliore è francamente troppo.

L'Italia sconfitta dalla Spagna sabato sera ha iniziato da ieri l'analisi di un ko che obbligherà gli azzurri a passare per la fase play-off se vorranno qualificarsi a Russia 2018. Ci sono ancora tre partite da disputare, certo, ma la strada è segnata. La fiducia in questo gruppo non è svanita in 90 minuti, perché nel lotto delle seconde - ad oggi - non sembrano esserci squadre più forti della nostra. Ma cambiare registro, per evitare incubi ancora peggiori di quello vissuto sabato sera in terra spagnola, sarà operazione necessaria.

Inevitabile tornare sul modulo, perché è quello il tallone d'Achille di una squadra che non è riuscita a esaltare nessuno dei suoi pupilli. Un 4-2-4 che può essere proposto con avversari tecnicamente inferiori, ma non con la Spagna al Bernabeu. E che ha prodotto troppi punti di vulnerabilità: difesa senza mai una copertura, centrocampo in balia del tiki-taka avversario e attacco con giocatori fuori ruolo.

E qui sta il punto principale: Ventura non è riuscito a mettere nelle condizioni migliori i suoi giocatori più forti. Il numero 10 Insigne, tanto criticato per la prestazione incolore, ha giocato in un ruolo che non è più il suo da almeno due anni, da quando Benitez lo schierava come esterno a sinistra nel 4-2-3-1. Con risultati che non sono nemmeno minimamente paragonabili a quelli dell'ultimo biennio. Marco Verratti, regista puro, non è Yaya Touré o Matic, e non regge il centrocampo a due.

Duepunti su cui riflettere, due motivi che dovrebbero bastare per ripensare il modulo. E iniziare a provare, magari, quel 4-3-3 che sembra modulo più congeniale alle caratteristiche di questa Nazionale. Tmw.