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Alessandro Del Piero, ex campione della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco quanto evidenziato:
Ale, la partita con il Barça conferma l’involuzione della Juve?
"Sì, ma mercoledì si è trattato di un’involuzione calcolata. Ho sentito dire che pareggiare o perdere era lo stesso. Non è vero: adesso lo Sporting può solo vincere e la Juve non è costretta a farlo. Il punto è stato fondamentale per morale e classifica, anche se il Barcellona ha dominato a lungo".
Quelli della Juve sono sintomi da chiusura di un’epoca gloriosa?
"L’inconscia sensazione di appagamento è il primo incubo per allenatore e giocatori dopo tanti successi. Cattiveria e agonismo vengono a galla più facilmente quando perdi. Ma vedo sempre grande impegno".
Tre partite-verità in una settimana: Napoli, Olympiacos, Inter. E’ la cosa migliore?
"Sì. La Juve ha bisogno di dare uno strattone. Servono quelle due o tre partite che ti danno la sensazione di essere tornati. Allegri sta aspettando questo momento".
Dal 1982 (primo Mondiale dopo la riapertura delle frontiere) al 2006 l’Italia è sempre stata forte, a prescindere dai risultati. Cosa è successo dopo, anche a livello di club?
"Calciopoli è stata come una bomba atomica: nel 2006 si è rotto il calcio. E non mi riferisco solo alla Juve. Da quel momento i grandi campioni sono andati a giocare all’estero e le altre nazioni sono cresciute esponenzialmente: la Premier è esplosa grazie alla bravura nella gestione dei vari brand all’estero e alla cessione oculata dei diritti tv; Real e Barcellona sono andati avanti con le rispettive politiche societarie; la Germania ha completato il percorso iniziato quando le fu assegnato il Mondiale del 2006; perfino in Francia sono arrivati grossi investitori stranieri a trasformare club come Psg e Monaco. L’Italia, invece, è crollata. Poi la Juve ha iniziato la risalita e il Napoli sta facendo un cammino importante".
Insigne ha sempre indicato lei come suo modello. Il tiro a giro l’ha imparato benino, no?
"Ahahah... Ne ha messo già qualcuno in quell’angolo... Bravo! Mi fa piacere, al di là dei gol Lorenzo sta crescendo a livello di personalità e continuità".
La sua social biography si chiama «Detto tra noi», titolo confidenziale. E allora, detto tra noi, la Juve è ancora favorita per lo scudetto?
"Sì, ma non come l’anno scorso".
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