Ai microfoni di SuperNews è intervenuto Felice Piccolo, ex difensore, tra le tante, di Juventus, Lazio, Empoli, Spezia, adesso fondatore di un’agenzia di gestione, scouting e procura con sede presso lo studio legale Buongiorno&Partners di Milano. Il nostro intervistato ha ripercorso con noi le sue esperienze calcistiche più significative e si è espresso anche sull’attuale stagione di Serie A, commentando la delicata situazione in casa Juventus, la stagione altalenante del Napoli di Gattuso e il percorso dello Spezia. Inoltre, Piccolo ha risposto ad alcune domande sulla Serie B e sulle sue protagoniste, prima su tutte l’Empoli.
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Piccolo: “Al Napoli di Gattuso è mancata solo una cosa in questa stagione. Ma la Champions è possibile”
Ai microfoni di SuperNews è intervenuto Felice Piccolo, ex difensore, tra le tante, di Juventus, Lazio, Empoli, Spezia, adesso fondatore di un’agenzia di gestione, scouting e procura con sede presso lo studio legale Buongiorno&Partners di...
Piccolo sul Napoli di Gattuso
Hai giocato in tanti club, tra i quali la Juventus. Sei stato un giocatore dei bianconeri e con loro hai vinto un campionato di Serie B nel 2006-2007. Che esperienza è stata indossare questa maglia?
Sono andato a giocare alla Juventus all’età di 13 anni, sono approdato a Torino nell’era “pre-Moggi”, quando Beppe Furino era direttore sportivo del settore giovanile. Ho vissuto in bianconero tutta la trafila, dall’Under 14 fino alla prima squadra. Ero allenato da Gian Piero Gasperini, che mi ha accompagnato fino alla primavera. Successivamente, ho avuto l’opportunità di lavorare con Luciano Moggi, arrivato in prima squadra durante il periodo del secondo scudetto di Lippi, quando io avevo 18 anni. Dopodichè, ho iniziato a girare per l’Italia, giocando con altri club per “farmi le ossa”, per poi tornare in bianconero nel campionato cadetto e dare una mano per la vittoria dello scudetto.
In Serie A sei stato anche difensore nella Lazio, nel 2005-2006, ma non hai trovato grande spazio. Che ricordi hai di quella parentesi?
All’epoca, fui il primo acquisto di Lotito. Ero stato acquistato dalla Reggina di Mazzarri. Purtroppo, quella biancoceleste fu una stagione sfortunata. Mi fu diagnosticato un tumore, fortunatamente benigno. Inoltre, ero capitano nazionale Under 20 e mi apprestavo ad andare all’Europeo Under 21 in Portogallo quando mi infortunai durante il ritiro con la Lazio. Rimasi tutto l’anno a Roma, infortunato. Con la Lazio ho disputato solo le ultime due partite sotto la guida di Delio Rossi. Riscattato dalla Juventus, sono tornato a Torino, ma ancora sottotono. I primi sei mesi con Deschamps ho fatto riabilitazione. Volevo andar via per avere continuità e giocare, ma, dopo i primi allenamenti a pieno regime, il mister mi chiese di restare. Tornando all’esperienza con i biancocelesti, posso dire di aver avuto un gruppo fantastico, uno spogliatoio pieno di grandi personalità composto da giocatori come Tare, Inzaghi, Oddo, De Canio, Peruzzi, Liverani, ma purtroppo, a livello personale e strettamente calcistico, non sono riuscito a dimostrare il mio valore.
Da ex empolese, ti rende orgoglioso vedere l’Empoli primo in classifica in Serie B? Qual è il suo punto di forza?
Assolutamente sì, sono felicissimo. A Empoli ho vissuto due anni stupendi. Con la famiglia Corsi ho un rapporto splendido. L’Empoli mi ha dato la possibilità di giocare in Europa League, la prima e unica apparizione nelle Coppe da parte del club, in cui ebbi l’opportunità di segnare il primo gol europeo. Il settore giovanile del club sforna profili interessantissimi, e quest’anno ne stiamo vedendo tanti. Credo che il punto di forza dell’Empoli, oltre che la società, sia l’allenatore, che riesce a fare risultati cambiando formazione e interscambiando i suoi uomini. Credo che questo sia un valore aggiunto.
Quale altro club salirà in Serie A quest’anno?
Si giocheranno la promozione altre quattro, cinque squadre. Il Monza e la Spal hanno una rosa di tutto rispetto, mentre il Frosinone ha da poco cambiato allenatore, Nesta, quindi credo che non riuscirà a riprendersi in tempo. Il Lecce è una delle possibili squadre accreditate per la promozione, poiché in attacco ha Coda, un giocatore fenomenale, che ha già dimostrato negli anni il suo valore. Anche la Salernitana sta disputando un ottimo campionato, nonostante a Salerno manchi il calore del pubblico.
Da ex spezzino, come giudichi la stagione dello Spezia? Credi che riuscirà a salvarsi dalla retrocessione?
Sia lo Spezia che il Benevento, nonostante giochino in modo differente, dimostrano tanta personalità contro tutte le squadre. Credo abbiano tante possibilità di salvarsi.
Cosa ha maggiormente penalizzato il Napoli in questa stagione?
Il fatto di non avere attaccanti. Il Napoli ha speso circa 60 milioni per acquistare Osimhen, giocatore fortissimo dalla grande fisicità e che permette la profondità, caratteristica che può mancare a Petagna, Mertens o ad altri compagni di reparto. Quindi, quest’anno ai partenopei è mancato l’attacco, che ha compromesso risultati e prestazioni. Spero che possa conquistare un posto in Champions League.
La Juventus rinnoverà la fiducia ad Andrea Pirlo?
Spero di sì, poiché nel giro di tre anni si tratterebbe del terzo ribaltone. Credo che il presidente abbia fatto la scelta di assumere Pirlo conscio degli eventuali rischi. I cicli importanti solitamente durano quattro, cinque anni. Piuttosto, penso che per far costruire e far crescere “il gioco Pirlo” in futuro ci sia bisogno di giocatori differenti: alcuni profili hanno un grande valore internazionale, a livello di statistiche e di gol segnati, ma risultano abbastanza “anarchici”. E’ la stessa difficoltà che ha trovato Maurizio Sarri, che si è trovato a guidare calciatori ben definiti, difficilmente modellabili, professionisti che fanno fatica ad attarsi alle nuove idee. Gasperini all’Inter ne è un esempio. Negli anni, la Juventus ha sempre vinto con i cosiddetti “gestori”, come Allegri, Capello, Ancelotti, piuttosto che con gli allenatori. Per questo motivo, credo che Allegri sia stato un vincente.
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