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Pecchia: 'Ronaldo sposta gli equilibri, non sono sorpreso per Lopetegui' Fabio Pecchia, ex tecno del Verona, ha parlato nel corso di un’intervista concessa a Tuttosport:
«Sono stato dieci giorni all’estero, ho osservato un po’ il lavoro di altri allenatori».
E’ andato a trovare Rafa Benitez, di cui è stato per anni braccio destro?
«Sì sono andato. Purtroppo non gli ho portato tanta fortuna… E’ un momento particolare, però sono convinto che, come al solito, riuscirà a centrare l’obiettivo. Noi abbiamo un rapporto stretto, formidabile, al di là delle questioni lavorative, si è creata una profonda amicizia».
Lei ha mai pensato di andare all’estero?
«E’ una possibilità che sto valutando seriamente. Ho ricevuto diverse proposte e sono molto propenso a un’esperienza di questo tipo. Ho avuto contatti in Spagna e Inghilterra e anche in altri Paesi. Voglio trovare una soluzione giusta, che mi convinca, non voglio aver fretta. Sono stato all’estero da vice allenatore e mi piacerebbe provare di nuovo, perché è sempre formativo e illuminante aprirsi a nuove culture».
Quali criteri utilizza per scegliere una nuova esperienza professionale?
«Valuto il campionato, il livello, le strutture. In Inghilterra per esempio ci sono strutture straordinarie anche in Championship. Non mi piace parlare di progetto, è un termine inflazionato. Io cerco un club con cui condividere idee e voglia di proporre calcio».
La città non la valuta?
«E’ marginale. Non vado tanto in giro, mi interessano le strutture lavorative. E mi interessano molto passione e tradizione attorno al club».
A proposito di tradizione, da ex Real ai tempi di Benitez, è sorpreso dalla situazione a Madrid?
«Al Real o vinci o vinci. Il secondo posto non è contemplato. Se non vinci, navighi in acque agitate. Lo abbiamo vissuto anche noi e la situazione non era così dura».
Colpa della perdita di Ronaldo?
«Avere o non avere Ronaldo in squadra sposta gli equilibri. E non è soltanto un aspetto tecnico, almeno non è solo quello. E’ un giocatore che aiuta il gruppo ad affrontare le pressioni, è un campione che ha un impatto determinante anche sotto il profilo psicologico: rende normale ciò che per chiunque è difficile, se non impossibile».
C’è una squadra che la sta convincendo in serie A per qualità del gioco?
«La squadra che mi piace seguire è l’Empoli».
Non è il primo allenatore a dirlo.
«E’ interessante la volontà di proporre calcio sempre. I risultati e la classifica non sono ottime, ma la squadra di Andreazzoli è proprio bella da vedere. E se il gruppo mantiene la serenità giusta, in un ambiente che comunque non mette troppe pressioni, sono sicuro che arriveranno anche i risultati».
Qualche squadra l’ha delusa?
«E’ presto per dare giudizi, qualche squadra in ritardo c’è, ma serve altro tempo per capire la situazione. Sono sicuro che l’Atalanta tornerà in alto e penso che anche il Torino farà un ottimo campionato. La Juve è straripante e sta tenendo un ritmo altissimo: questa è forse l’unica certezza».
Favorevole o contrario al Var?
«Favorevolissimo. Ho vissuto il Var l’anno scorso con il Verona e ho riscontrato una maggiore serenità nell’affrontare episodi e problematiche. E’ uno strumento utile: è chiaro che si può migliorare e si deve regolamentare, ma si tratta di dettagli. Bisogna continuare: chi è addetto ai lavori sarà in grado di migliorare il sistema».
E’ ancora amareggiato per come è andata a finire con il Verona?
«Sì. Il massimo della soddisfazione, l’anno scorso, sarebbe stato salvarsi in Serie A e al tempo stesso trovare una soluzione per i problemi societari. Non siamo riusciti a centrare l’obiettivo tecnico, però con un mercato a zero era davvero impossibile. Un minimo di mercato anche le altre squadre che lottano per salvarsi lo fanno: così l’impresa era ardua. Però ho valorizzato dei giovani che ora giocano in Serie A e la società ha così potuto incassare e spendere per ripartire».
Rimpianti?
«Ce la siamo giocata fino all’ultimo, siamo stati anche a potenziali tre punti dalla salvezza. Abbiamo lottato al massimo».
Di quali giovani va orgoglioso?
«Kean ha giocato stabilmente in Serie A con noi. Se non si fosse fatto male avrebbe segnato molto di più. Poi abbiamo valorizzato giocatori come Fares e Valoti che ora sono in Serie A, oppure Bessa e Romulo. Ecco, Romulo: tanti dicevano di lasciar perdere, invece si è dimostrato un calciatore affidabile e importante anche in chiave promozione. Penso poi a Zuculini che è stato rivenduto al River Plate per 3 milioni ed era arrivato a poco: il ds (Filippo Fusco, ndr) aveva puntato forte su questi giocatori, poi c’è anche stato un grosso lavoro con lo staff sui giocatori che adesso valgono».
Ha fatto bene Kean a restare alla Juve?
«Non entro nel merito di una scelta che spetta a club, giocatore e agente. Può sfruttare l’occasione per imparare: quando di fianco ti trovi certi campioni tutti i giorni, puoi apprendere di più che giocando 90 minuti ogni partita. Si ritaglierà il suo spazio, ora è tutto nelle sue mani».
Lei ha conquistato la Serie A diretta con il Verona, in questo campionato di Serie B cosa succederà?
«C’è grande equilibrio. E il format cambiato, con 19 squadre e non più 22, incide non poco: è un campionato molto più compatto, con così tante partite in meno. Verona, Palermo e Benevento sono superiori, sulla carta, così come il Crotone che sono convinto tornerà sotto. Ma occhio alle sorprese come Pescara, Cittadella, Brescia e Cremonese». Calciomercato24.
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