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L'edizione odierna di Repubblica dedica un ampio focus sulla questione San Paolo. L'impianto di Fuorigrotta ospiterà le Universiadi dal prossimo 3 luglio, ma all’incirca a cinque mesi e mezzo dall'inizio della manifestazione, i lavori allo stadio non hanno ancora imboccato la dirittura d’arrivo: al contrario di quanto sarebbe logico aspettarsi, a tre anni dalla assegnazione della kermesse. L’impianto di illuminazione è stato ultimato, la pista d’atletica è a buon punto e prosegue la realizzazione dei bagni. Ma sono ancora al loro posto i 55 mila sediolini che dovranno essere sostituiti entro il 3 luglio. Il 31 gennaio i lavori saranno assegnati alla ditta che avrà fatto l’offerta migliore, aggiudicandosi un’opera dal costo complessivo di oltre 5 milioni di euro. Sui tempi di realizzazione è scattato l'allarme: nel bando di gara sono previsti 240 giorni di lavori, ma operando a tappe forzate il cantiere dello stadio San Paolo potrebbe chiudere i suoi battenti dopo circa 192 giorni: un lasso di tempo tutto sommato ragionevole, per portare a termine un’opera comunque imponente. Peccato che al via della manifestazione (3-17 luglio) ne mancano appena 167 e, dunque, sarà impossibile completare la sostituzione dei 55 mila sediolini in tempo per il 3 luglio. Prende corpo la eventualità di una chiusura momentanea del cantiere durante le Universiadi, con successiva riapertura e rifinitura delle opere alla fine della manifestazione. Alla finestra c’è anche il Napoli, che non ha ancora trovato un accordo con il Comune per rinnovare la convenzione per l’utilizzo del San Paolo. Il ritorno in Italia di De Laurentiis non è bastato per ora a sbloccare la situazione.
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