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Paolo Cannavaro (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)
Paolo Cannavaro, ex capitano del Napoli ed oggi allenatore, è intervenuto ai microfoni di Radio Marteper parlare delle principali vicende di casa partenopea e del suo passato in maglia azzurra. Di seguito le dichiarazioni.
Sul calcio in generale
"Io ho smesso 4 anni fa, il calcio era già cambiato in una direzione futuristica, ora si stanno raggiungendo livelli altissimi, le squadre cambiano tanto tatticamente e propongono tanto".
Su Napoli-Inter
"Il Napoli può battere l'Inter e vincere lo Scudetto? Io ero troppo piccolo quando abbiamo vinto l'ultimo, il Napoli può lottare assolutamente lottare per vincere lo Scudetto. A volte sembra a portata di mano, poi si è allontanato, ora sembra di nuovo possibile. C'è grande equilibrio, non c'è l'ammazzacampionato. La prossima partita il Napoli avrà una possibilità di rimettersi nella posizione in cui era già prima. Purtroppo la rosa ogni tanto ha perso pezzi per strada".
Sul Napoli dei "suoi tempi"
"La nostra squadra avrebbe potuto vincere in un campionato così? Vero, noi avevamo sempre squadre che ammazzavano il campionato, prendemmo per esempio il Milan di Ibrahimovic e la Juventus di Conte. Il dato di fatto è che c'erano squadre che facevano 100 punti o poco meno. Non tirerei nessuno fuori dalla corsa Scudetto. Anche la squadra che magari sta per retrocedere ora prova a proporre un po' di gioco e qualche risultato arriva, anche di prestigio.
"Si può fare un ottimo calcio senza spendere troppo? Io prendo sempre a esempio la squadra di Mazzarri, eravamo un gruppo di giocatori bravi diventati grandi (qualcuno grandissimo) grazie a quegli anni. C'era un'alchimia pazzesca, uno spirito forte che veniva rispettato dal tifoso, eravamo sfacciati nel modo di giocare contro chiunque. Se quest'anno il Napoli non dovesse vincere lo Scudetto si può pensare di cambiare. All'epoca di Benitez nel giro di 6 mesi fu smantellata la squadra, sono strategie per ridare stimoli giusti. Un eventuale cambio sarà vincolato a quanto potrà accadere quest'anno. Non è una questione di giocatori o di guadagni. Statistiche alla mano quel Napoli lì costava meno ma tutto è aumentato al giorno d'oggi e il calcio va in una direzione in cui c'è più business rispetto a prima".
Su Insigne
"Sono sicuro che renderà partecipi tutti della situazione ed è giusto farlo a fine campionato. Darà tutto fino alla fine anche se non sarà facile per lui, perché chi è figlio di questa città riceve sempre eccessive responsabilità. Lui non ha paura di questo, mi auguro possa fare tutto nel migliore dei modi. Mi rivedo sicuramente in lui. Però per adesso è meglio parlarne meno possibile, bisogna parlarne al momento giusto".
Sul suo gol in rovesciata contro la Juve tanti anni fa
"Non c'è un ricordo del gol in sé per sé ma l'emozione che ho vissuto è stata straordinaria. Dissi a Domizzi che sarei andato avanti perché vedevo la gente che se ne andava prima del fischio finale, pensavo che non dovesse finire in quella maniera".
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