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Sarri va all’attacco ma non trova (quasi) nessuno. Insigne, Callejon, Mertens: sono tutti in giro per il mondo, convocati dalle rispettive Nazionali per impegni che vivranno da protagonisti o comprimari, a seconda delle circostanze. Ecco perché a Castel Volturno si lavora in modo alternativo, per colmare vuoti che presto torneranno a riempirsi. Tra i giocatori rimasti alla base c’è Adam Ounas, il talento algerino che in questo primo scorcio di stagione ha raccolto appena sei presenze da subentrante per un totale di settantasette minuti in campo. Troppo poco per un attaccante che, dopo l’infortunio di Milik, è considerato (con Giaccherini) la prima alternativa al trio offensivo, l’arma a disposizione dell’allenatore per sovvertire pronostici e dare un senso diverso a gare complicate, come quella col Chievo Verona.
PROFILO. Ounas è un elemento offensivo duttile in grado di ricoprire più ruoli: può giocare a destra, suo ruolo naturale, ma anche a sinistra e, volendo, al centro nel ruolo di prima punta. Sarri lo ha provato “alla Mertens” subito dopo l’infortunio di Milik ed anche in questi giorni di lavoro, approfittando della sosta e delle tante assenze. Vuole capire se esistono margini per immaginarlo in quella posizione di campo che l’ex Bordeaux ha ricoperto raramente in carriera. Ounas nasce esterno a destra perché col suo mancino è abile a saltare l’uomo e a calciare in porta. Una sorta di Insigne di piede sinistro, un dribblomane elegante che alle serpentine affianca anche rifiniture per i compagni e discreto sacrificio in fase difensiva. I tifosi lo apprezzano per fantasia ed estro ma servirà ben altro per convincere Sarri a puntare su di lui in modo costante concedendogli più spazio e, magari, anche una maglia dal primo minuto.
CRESCITA. L’età è dalla sua parte e sarà alleata di crescita. Ventuno anni e sentirli tutti: Ounas resta un giovane da far crescere, un diamante grezzo che ha orizzonti da esplorare e una serie di mansioni da rispettare per sentirsi realmente in grado di aiutare il Napoli. Sarri apprezza le sue doti, che sono naturali, ma gli sta chiedendo di comprendere bene le leggi (non scritte) del calcio italiano e poi anche le sue, i particolari alla base di un gioco semplice e allo stesso tempo sofisticato, in cui nulla è casuale ed ogni impronta deriva da assidui allenamenti ed esercitazioni costanti. Ounas deve imparare a giocare sempre di più per la squadra: accorciare sul terzino alle sue spalle, capire quando proporsi centralmente o garantire profondità, giocare di prima o tentare la giocata personale. Sono concetti figli dell’abitudine che presto gli apparterranno. Il talento è evidente ed è già un’ottima base di partenza. Al resto ci penserà Sarri.
Fonte: Il Roma
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