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Daniel Osvaldo, ex attaccante di Roma e Inter, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport.
Quando ha deciso di lasciare?
"Al Boca. Troppo gossip. Non potevo uscire, avevo paura della gente. Non ce la facevo più..."
Eppure le offerte non mancavano.
"Cina e club da Champions, ma avevo staccato. Iniziavo a odiare ciò che avevo sempre amato. Il calcio merita rispetto. E al denaro preferisco l'asado e una birra"
Di lei si diceva non fosse un vero professionista.
"Cavolate. Mi sono sempre allenato al top, parlavano perché ero stravagante. Al 90’ per me finiva tutto e non ero un Cristiano Ronaldo che faceva palestra a casa dopo l'allenamento. Ma questo cosa vuol dire? Avevo altri interessi fuori dal campo, pagai anche per questo".
Pace fatta con Lamela?
"Ma certo... Uno scontro subito risolto, ma i media fecero casino. Ragazzo d’oro, lo abbraccerei".
E con Mancini?
"Gli tirai un pugno dopo quel famoso Juve-Inter. “Vuoi fare a botte?”. Lui: “Ma non dirmelo davanti a tutti”. Se non mi avesse cacciato avrebbe perso autorevolezza. Poi andai nel suo ufficio piangendo, mi vergognavo. È un grande, con un bel carattere..."
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