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(Getty Images)
Il Napoli ha iniziato la partita contro il Verona con una consapevolezza: quella di dover dare una risposta sul campo. E gli azzurri lo hanno fatto con la forza della personalità e del talento contro una squadra difficile da affrontare soprattutto per la ruvidità con cui gioca. Ma su quel campo oggi la squadra di Spalletti ha voluto rispondere anche a quello striscione che tanto ha indignato questa mattina e che non merita giustificazioni.
Gli azzurri sono entrati in campo con lo sguardo concentrato. Con la consapevolezza che quella di oggi era una partita fondamentale, li ha spronati bene Spalletti che questo pomeriggio ha preso anche delle decisioni forti. Così al minuto 13' Osimhen, il più combattente degli azzurri si è elevato al cielo accogliendo l'assist al bacio di Politano portando in vantaggio gli azzurri. Il Verona prova ad innervosire la partita con l'aiuto del suo pubblico, ma è il Napoli che si è reso pericoloso con un Anguissa particolarmente in giornata. Il super attacco del Verona è ben bloccato dalla difesa azzurra che ricorda per quale motivo è la migliore della Serie A. La partita regala sprazzi di grandi emozioni soprattutto con un Osimhen letteralmente indemoniato che decide di combattere da solo contro tutti gli avversari. Il primo tempo si chiude con il Napoli in vantaggio grazie al suo numero nove.
Nel secondo tempo gli animi si sono scaldati con i giocatori del Verona che hanno iniziato la loro strategia di attacco all'uomo con diversi falli. La partita è proseguita poi con un gioco spezzettato con l’infortunio di Ospina prima e quello di Osimhen poi. Per il nigeriano un problema alla spalla che ha fatto tremare la panchina del Napoli. La partita ha vissuto di duelli ben studiati da Tudor, come quello Tameze-Di Lorenzo che ha visto l’azzurro avere la meglio in diverse situazioni. Entrambe le squadre hanno vissuto un secondo tempo frenetico con un gran numero di palloni persi e diverse situazioni confusionarie. Dopo alcuni momenti concitati il Napoli al 70’ minuto ha firmato il gol del doppio vantaggio con Osimhen. L’azione è partita da una rimessa laterale con assist perfetto di Di Lorenzo, con Ceccherini troppo impegnato ad innervosirsi per pensare alla partita.
Ma il Verona è una squadra che sa giocare e che non molla e al 76’ minuto del secondo tempo Faraoni ha riaperto la partita con un colpo di testa perfetto al termine di una grande azione corale. E così la partita si è animata con i gialloblù che spinti dall’entusiasmo hanno provato a mettere sotto il Napoli che a tratti è sembrato rivedere i fantasmi della scorsa stagione. Però in partite così tirate il nervosismo sale e all’82’ Ceccherini è stato espulso per doppia ammonizione.
Il finale della gara ha visto interventi molto ruvidi del Verona spinti della rabbia hanno puntato più sull’uomo che sul pallone. Spalletti poi ha provato a cambiare la squadra lanciando in campo Petagna per tenere il possesso quanto più possibile, ma la sfortuna ha voluto che il centravanti si è infortunato dopo pochi minuti dalla sua entrata in campo. All’ultimo secondo Faraoni ha provato a far doppietta con un tocco di mano, rimediando solo un cartellino giallo. Al fischio finale l’arbitro è stato accerchiato dai giocatori del Verona e il loro allenatore per lamentarsi per l’ammonizione di Faraoni. Scene che si ripetono e che mostrano come a volte l’oggettività non appartenga a chi scende in campo. La vince il Napoli, la vince perché lo ha voluto.
Chi ha assistito a questa gara ha visto uno bello spettacolo in campo. Con i chilometri macinati da Di Lorenzo che è l'espressione più bella del calcio per la sua storia, per il suo lanciare il cuore oltre l'ostacolo in ogni occasione, per il suo mettersi a disposizione. I sorrisi di Osimhen che combatte su ogni pallone, e che sorride alla vita, perché lui la sofferenza la conosce. Ma sugli spalti per l'ennesima volta il razzismo ha preso il sopravvento con cori razzisti indirizzati a Koulibaly. Già in mattinata i tifosi del Verona avevano mostrato la parte peggiore, ma nel corso della partita sono riusciti a fare anche peggio. Portando chi scrive ad una riflessione: ma perché in un mondo così malato non lasciamo che almeno il calcio rimanga un gioco?
A cura di Sara Ghezzi
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