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Avv. Chiacchio: “Ci sono tre elementi difensivi che possono scagionare Osimhen”

NAPLES, ITALY - AUGUST 20: Vìctor Osimhen of Napoli during an SSC Napoli training session on August 20, 2021 in Naples, Italy. (Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)

L'opinione del noto legale

Enrico Esposito

A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, l’avvocato Eduardo Chiacchio è intervenuto sulla doppia squalifica inflitta a Osimhen. Il calciatore nigeriano salterà sicuramente la trasferta di Genoa mentre il ricorso del Napoli lascia speranze per riaverlo con la Juventus.

Chiacchio sul caso Osimhen

 (Getty Images)

Il Giudice non fa altro che applicare il referto di gara. Noi parliamo sempre al buio degli atti. Avendo trattato numerosi casi di ricorsi in Corte Sportiva d’Appello, a mio avviso questa sanzione deve essere ridotta ad una gara per diversi motivi. In primis si parla di pallone non a distanza di gioco perché ricordiamo che per poter valutare un appello bisogna partire dalla delibera impugnata. Questa delibera parla di condotta violenta, schiaffo volontario al volto dell’avversario con pallone non a distanza di gioco".

I tre elementi difensivi

"In queste parole abbiamo tre elementi difensivi: ‘pallone non a distanza di gioco’ significa che quando il gioco si svolge in area di rigore e a centrocampo c’è uno schiaffo ad un avversario il pallone è a distanza di gioco. Per la giurisprudenza consolidata negli ultimi tempi si è appreso che quando si batte un calcio d’angolo o di punizione in prossimità dell’area di rigore non esiste più la distanza di gioco essendoci venti persone in movimento da quelle parti ed il pallone è sempre a distanza di gioco. La dizione di “non a distanza di gioco del pallone su calcio d’angolo” è errata. Il pallone era a distanza di gioco perché nessuno poteva sapere dove sarebbe caduto il pallone.

Secondo argomento, atto violento: nel momento in cui esistono venti persone che si agitano e il giocatore non si rende conto del movimento della mano può esserci l’espulsione perché forse il calciatore ha sbagliato a muovere le braccia ma parlare di atto violento mi pare inopportuno e non connesso al caso d’esame.

Terzo caso: il giocatore colpito va a terra, non ha postumi, dolori, fastidi fisici e in campo non c’è stato bisogno dell’intervento dello staff medico. Nessun danno quindi non si tratta di comportamento violento ma antisportivo che così qualificato genera una gara di squalifica. Noi parliamo al buio degli atti e siamo penalizzati, sappiamo solo che il calciatore è stato colpito al volto con uno schiaffo mentre il pallone si trovava in un’altra parte del campo, secondo quanto scritto sul referto. Abbiamo dimostrato che non è vero per motivi tecnici e che la pena va ridotta”.

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