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Osimhen: “Ecco cosa mi dissero quando arrivai a Napoli. Sullo zigomo rotto e su Diego…”

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"Maradona? Il calciatore più forte di tutti i tempi. Nessun calciatore può paragonarsi alla figura di Maradona per i napoletani"
Giovanni Pietropaolo

Il centravanti azzurro Victor Osimhen si è espresso ai microfoni di Korty Eo sulla sua vita e sul Napoli. Il nigeriano ha inoltre raccontato di Maradona e dell'infortunio allo zigomo che l'ha fatto diventare "l'uomo mascherato".

Osimhen: "Normalmente mostro amore, ma non è facile. Io ricambio il male con il male"

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Di seguito le dichiarazioni del attaccante azzurro a Korty Eo: "Non è importante per me la fama. Tante persone famose hanno il conto in rosso. L'amore è ciò che conta, lo percepisco come un privilegio quando qualcuno me lo dimostra, anche se oggi non è facile mostrare amore. Se qualcuno mi fa del male non può aspettarsi che gli faccia del bene, io ricambio il male con il male. Bisogna essere umili nella vita. Il mio passato? Da piccolo avevo solo una via: il calcio. La situazione della mia famiglia era difficile, quando andavo a vendere i giornali e l’acqua per strada per aiutarli in qualche modo. A volte a casa ci mancava la luce, avevo un amico qui a Lagos che mi dava il cibo per poter mangiare. All’epoca mangiavamo indomie (una sorta di noodles, ndr) e pane. Vivo di passioni e sensazioni, ho bisogno di vedere la gente di Lagos e cerco di tornare sempre qui quando ho giorni liberi. Di Lagos mi piace tutto, lo stress, le vibrazioni, l’amore, la gelosia e le criticità. Questa è la vita che ho scelto per me stesso.Svela un annedoto:"Non mi è mai piaciuto perdere. Non riesco nemmeno a dormire quando succede. Una volta a scuola stavamo giocando una partita, una sorta di classico, e c’era un sacco di gente. Andammo in svantaggio ed io pareggiai, poi segnarono di nuovo loro ed io continuai a segnare fino al 3-3. All’ultimo minuto loro ebbero un rigore, c’era un giocatore forte che segnò ed io mi tolsi la maglietta ed iniziai a piangere".


Sulla sua carriera calcistica

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"Andai con la nazionale ai mondiali juniores in Cile. Vincemmo la competizione, giocai bene e vinsi anche la scarpa d’oro ed il premio come secondo miglior giocatore della competizione. Da quel momento i grandi club si interessarono a me e decisi di andare in Germania. Ricordo che al momento della firma si diceva di me che non avrei fatto strada. Anche quando sono venuto a Napoli, la gente diceva che essendo la Serie A molto fisica non avrei fatto più di 4 gol. Ma io ho sempre risposto che non erano consapevoli delle mie capacità. Quando mi dicono una cosa del genere, anche se non so bene come fare, voglio essere sicuro di imparare a farla ed accolgo la sfida per dimostrare che sono in grado. Maradona? Il calciatore più forte di tutti i tempi. Nessun calciatore può paragonarsi alla figura di Maradona per i napoletani".

Sulla vita privata

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"Ho comprato due proprietà. Sono un businessman perché il calcio è una cosa temporanea, quando finirò di giocare a calcio dovrò fare altro. Vado fiero della nascita di mia figlia. È stato un bel momento per me, era da tanto che non piangevo. Tutti piangono in segreto, anche gli uomini. Sono successe tante cose nella mia vita amorosa, ma ora ho una figlia ed è a lei che va tutto il mio amore. Da questo punto di vista sono disciplinato, perché non voglio avere figli in giro per il mondo. Bisogna stare attento perché in molti, anche le donne, si interessano a te solo per interesse economico, molti cercano di approfittarsi di te. In realtà non mi piace nemmeno quando le ragazze mi avvicinano, mi piace essere colui che fa il primo passo con le ragazze. Non sono il tipo di persona che porta ogni sera una ragazza diversa in discoteca, preferisco portarci i miei amici".

Sull’infortunio all’occhio contro l’Inter: "La palla stava arrivando e volevo prenderla di testa. Il difensore mi ha colpito sullo zigomo e mi hanno operato. Ero molto spaventato, pensavo mi avessero sfregiato questo bel volto (ride, ndr). È stato un infortunio quasi fatale, ma ringrazio Dio per essere ancora vivo. Ho perso mia madre molto tempo fa, poi ho perso mio padre nel 2020, ma so che sono molto orgogliosi di me. La prima volta che ho guadagnato dei soldi nel calcio ho comprato una casa per mio padre, ed è uno dei più grandi risultati che ho ottenuto. Portare il nome della mia famiglia sulle spalle non è una cosa facile. Ci sono tante persone che parlano male di me perché preferiscono i soldi alla vita. Gioco con la stessa passione di quando ero bambino, facevo lo stesso quando ero in strada ed ho sempre fatto tutto con la stessa mentalità. A Dio non piacciono le persone pigre ed aspettare che arrivi il miracolo, devi lavorare sempre perché solo così Dio premia i tuoi sforzi con ricchezze. Tutto ciò che ho profetizzato per me stesso l’ho ottenuto e considerando da dove vengo, non posso non sentirmi una leggenda. Non tanto per i trofei, ma per il fatto di essere in grado di sostenermi da solo, per sostenere la mia famiglia e le persone a me vicine. Credo che questa sia la mia più grande vittoria".

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