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L'attaccante che non segnava più e quello che segna sempre. Il Napoli, costretto a giocare senza quattro titolari (Koulibaly, Allan e Insigne squalificati; Hamsik infortunato), ha piazzato l'uno-due contro la Lazio in poco più di dieci minuti grazie a Callejon, a secco da 23 partite, e a Milik, che prima di colpire Strakosha aveva colpito un palo e mezzo. Meret era stato subito impegnato da Milinkovic, poi però è stato assoluto il dominio del Napoli, che ha giocato con personalità, magari con un po' più di cattiveria perchè quanto è accaduto dopo il Meazza - dalla vergogna degli insulti a Koulibaly alla ingiusta mancata riduzione di un turno di sospensione - ha lasciato il segno. Stavolta le seconde linee, chiamate in causa da Ancelotti per necessità, non sono state fragili e così vi è stata una convincente prestazione, in particolare di Zielinski (sta riemergendo) e Malcuit (si fa preferire a Hysaj), mentre è sempre più da apprezzare la crescita di Fabian: ma lui non sarà mai più una riserva. C'è stato spirito di sacrificio e ne è stato un esempio Mertens, che si è umilmente messo a disposizione dei compagni, lavorando per creare spazi per Milik e arretrando per supportare i centrocampisti. Sotto l'aspetto tattico, gli azzurri hanno dominato a centrocampo, peraltro contro una linea di qualità come quella di cui dispone Inzaghi, e hanno saputo sfruttare i varchi che si sono aperti in una difesa che si è fatta più volte sorprendere sui lati e non ha saputo fronteggiare il peso di Milik, diventato anche nuovo specialista sulle punizioni: si è ripetuto a un mese da quella trasformata a Cagliari.
La Lazio ha adoperato le maniere forti e l'esperto Rocchi è apparso superficiale in alcune occasioni, ignorando falli da sanzionare con i cartellini gialli, anche se poi ne ha tirato fuori due per Acerbi poco dopo il gol della speranza biancoceleste firmato da Immobile. E' stata anche in questo senso una prova di maturità per gli azzurri, che nella ripresa hanno centrato il terzo palo con Fabian e il quarto (in sospetto fuorigioco) con Callejon. La Lazio ha attaccato sul lato sinistro arrivando alla rete con Immobile - l'unica volta in cui è stato sorpreso Albiol - ma sarebbe stato complicato in inferiorità numerica riaprire la gara. Il Napoli si è portato a -6 dalla Juve ma vi sono poche illusioni da farsi visto che i bianconeri giocano stasera in casa col Chievo, bloccato all'ultimo posto. Per sollecitare i suoi uomini a non avere cali di tensioni Allegri ha adoperato un'espressione infelice: 'Dobbiamo capire che l'avversario, quando sta per morire, va ucciso'. Una metafora, ha precisato lui, proprio l'allenatore che invitò gli uomini di calcio a stare attenti alle parole che usano per evitare di creare tensioni. E quella robaccia detta da lui cosa è?
E' stata una giornata felice anche per due attaccanti ex Napoli, Zapata e Quagliarella: 4 gol il primo con l'Atalanta, un'altra doppietta con la Samp per l'altro, così hanno raggiunto Cristiano Ronaldo al vertice della classifica cannonieri (quota 14). Sono state meteore azzurre: Duvan fu preso come vice Higuain, non bastarono 15 reti in due stagioni per convincere Sarri a trattenerlo; una manciata di presenze e gol per Fabio, allontanato dal Napoli per voci che si sarebbero rivelate false dopo una sofferta vicenda giudiziaria. Hanno proseguito altrove il loro percorso ma sono rimasti legati all'azzurro, a differenza di Higuain, che sta per lasciare l'Italia. Diventato nel Milan nervoso e improduttivo come nei primi due anni napoletani, il Pipita non vede l'ora di riabbracciare Sarri, l'allenatore che gli restituì i gol e il sorriso, e lo stesso discorso vale per Maurizio, in difficoltà al Chelsea. Il Mattino .
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