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E’ il Neymarday in Francia, in Europa non si parla d’altro. Ecco l’analisi di

Redazione

E’ il Neymarday in Francia, in Europa non si parla d’altro. Ecco l’analisi di Angelo Forgione sul trasferimento del brasiliano al Psg: “Vi spiego la follia Neymar dei qatarioti. L’asso brasiliano lascia il suo sogno...

E' il Neymarday in Francia, in Europa non si parla d'altro. Ecco l'analisi di Angelo Forgione sul trasferimento del brasiliano al Psg:

"Vi spiego la follia Neymar dei qatarioti.

L'asso brasiliano lascia il suo sogno giovanile, il Barcellona, per approdare al Paris Saint Germain. Il club francese aggira il Fair Play Finanziario avvalendosi della Qatar Sport Investment, riconducibile al proprietario dello stesso club parigino, lo sceicco Nasser Al-Khelaifi, che versa 300 milioni di euro al giocatore e fa in modo che sia lui a pagare la clausola di 222 milioni al Barcellona per liberarsi. E gli altri 73 milioni? Restano al brasiliano, in cambio della sua immagine per i Mondiali 2022... in Qatar. Due piccioni con una fava. Quel torneo iridato dovrà stupire, e un testimonial già di per sé appetito lo si rende ancor più vistoso con un suo eclatante ingaggio che lo rende un numero 1 a Parigi, non più all'ombra di Messi. Così si nascondono tutte le ombre sui lavori in schiavitù per i nuovi stadi in Qatar e, soprattutto, sulle accuse che i principi qatarioti incassano circa il finanziamento del terrorismo. Per questo motivo, alcuni paesi arabi sunniti, tra cui Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto, hanno isolato il Qatar, un ricco paese grande quanto l'Abruzzo che da anni porta avanti una spericolata politica estera per guadagnare importanza nel Golfo Persico e nel mondo. Ora isolato per aver sostenuto movimenti che minacciano la stabilità dei regimi e delle monarchie sunnite, come i Fratelli Musulmani o le minoranze sciite, e per avere intrattenuto rapporti con il peggior nemico del fronte guidato dall’Arabia Saudita, cioè l’Iran. In questo quadro politico e finanziario, come sempre, c'entra il calcio, c'entrano i mondiali del Qatar, che dovranno far parlare il mondo di un paese che ora, ancor più di prima, vuol mostrare i muscoli e far crepare d'invidia gli arabi sunniti. La vendetta è su tutti i fronti, perché il Barcellona, dopo gli attentati terroristici di Parigi del novembre 2015, decise di non rinnovare la sponsorizzazione con Qatar Airwais, preferendo i giapponesi di Rakuten. Poi, la scorsa primavera, venne pure la cocente umiliazione del Psg a Barcellona, in Champions League, estromesso con clamorosa remuntada finale guidata proprio da Neymar. La guerra politica si combatte col pallone, la vera arma totale, non con i missili. Ecco perché da Neymar al 2022 ne vedremo delle belle tra Parigi e Doha".

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