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Il caso Neymar sta facendo schiattare di rabbia il mondo del calcio, in particolare il Barcellona, vittima del tentato scippo organizzato dal Paris St.Germain dell’emiro Nasser Al-Khelaïfi; il Real, che rischia di pagarne le conseguenze vedendosi “rubare” proprio dai catalani Mbappè; e la stessa Juve che rischia di perdere Dybala. Lo scandalo cresce giorno dopo giorno in seno all’UEFA (aderenti le Federazioni di 55 Paesi) che vede aggirate le norme del Fair Play Finanziario, ma riguarda anche l’organizzazione principale, la FIFA (211 Paesi) perché in realtà è un Caso Qatar, ovvero il Paese che ospiterà il Mondiale del 2022. L’evento memorabile ( il Mondiale qatarino si giocherà d’inverno, finale il 18 dicembre) è stato osteggiato dagli Stati Uniti che, nel tentativo di annullare l’impegno preso da Sepp Blatter nel 2010, affidarono nel 2015 un’indagine all’FBI sulla corruzione FIFA, costringendo alle dimissioni il potentissimo signore del Pianeta Pallone. Oggi l’illustre pensionato di 83 anni se la ride di gusto: il “suo” Qatar non solo procede verso il famigerato “Mondiale d’inverno” nonostante le 430 pagine del “Rapporto Garcia” passino in rassegna le “tentazioni dell’Emiro” che indussero in peccato dirigenti FIFA fin nell’assegnazione degli appalti per la costruzione degli impianti; ma gli è anche concessa - così pare - la gherminella dell’ingaggio di Neymar (220 milioni al Barça, 260 al giocatore, 40 al papà procuratore) come testimonial del Mondiale, perciò retribuito personalmente dall’ più l’ingaggio del PSG. Se è vero che il Qatar si fa bello di gioielli come la Costa Smeralda e altre perle italiche, vanno ricordate le disumane condizioni di vita degli operai che “costruiscono” il Mondiale e il recente diktat di Arabia Saudita, Egitto, Emirati Uniti e Bahrain contro Doha “alleata dei terroristi”. Se ne saranno accorti Čeferin e Infantino?
Sono le parole di Italo Cucci per "Quotidiano Sportivo". Uno dei maestri del giornalismo italiano commenta così il passaggio di Neymar al PSG. REDAZIONE - .
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