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(Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)
Il Napoli è di nuovo in vetta al campionato di serie A, proprio come nel girone d'andata dello scorso anno. La vittoria con il Milan è stato un vero "esame di laurea" (Spalletti dixit) che ha consacrato gli azzurri come la squadra più in forma attualmente del campionato. Ma come spesso si dice è facile raggiungere il top, la vetta. Il difficile è restarci. Soprattutto quando unisci una squadra e il proprio allenatore spaventosamente "maestri" in questo.
Come si diceva, il Napoli ha raggiunto il proprio step 1. Raggiungere la vetta, lottare per lo scudetto. E soprattutto avere una squadra solida, fresca, frizzante, capace di giocare a calcio come poche. Non è un fuoco di paglia, il valore si è visto in match come quelli di domenica scorsa. Inoltre è al primo posto con sei punti su sei disponibili anche nel girone di Champions League. Basta vedere come giocano Zielinski e compagni per farsi un'idea di come questa squadra sia destinata a durare lassù. Alla faccia di chi in estate criticava le tante cessioni. Chi sono Kim e Kvara? Simeone e Raspadori provengono da club di seconda fascia, Meret non adatto al ruolo di primo difensore della porta azzurra. Se ne sono sentite tantissime. E invece il Napoli solido e in vetta è realtà.
Il bello viene ora. Il Napoli storicamente quando è in testa nel girone d'andata, crolla in inverno. É successo almeno tre volte nel 2015-16, 2017-18 e l'anno scorso, restando in tema di azzurri in piena e vera lotta al titolo. Ma il problema atavico non riguarda solo il Napoli ma anche...il suo allenatore. Capace di inizi sprint per poi appassire in inverno. Non solo l'esempio dell'anno scorso (8 vittorie iniziali) ma anche quelli degli anni all'Inter, quando tra dicembre e febbraio buttava via una caterva di partite e occasioni. Da lotta scudetto a stentata lotta Champions. Portando sempre il risultato minimo (cioè il quarto posto) a casa a maggio, certo. Ma vuoi mettere lo scudetto?! E dunque ci sarà da lavorare per far sì che non si ricada in errori che entrambe le parti conoscono bene. Come fare? Spalletti sicuramente è un maestro e saprà trovare soluzioni molto migliori e prima di noi. La buttiamo lì: magari cambiando la preparazione nella seconda parte di stagione, approfittando anche della lunga sosta per il Mondiale. Sbagliare è umano, perseverare sarebbe diabolico.
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