Mentre la lotta per lo scudetto tra Inter, Milan e Napoli si avvia sul viale del tramonto, è intervenuto Massimo Drago a TMW Radio. L'allenatore ha rilasciato delle dichiarazioni sulla corsa al titolo e sulla situazione di alcuni calciatori del campionato italiano.
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Drago: “Lo scudetto se lo giocano Inter e Milan, al Napoli manca il colpo del campione”
Le dichiarazioni di Massimo Drago a TMW Radio
Drago: "Scudetto discorso tra milanesi, al Napoli servono i colpi dei singoli"
Di seguito le dichiarazioni di Massimo Drago aTMW Radio:
"Coppa Italia? La Juventus ha affrontato una bella Fiorentina, ben organizzata, ed aver raggiunto la finale è già un bel traguardo. Durante l'anno non hanno abituato a prestazioni esaltanti, ma intanto un obiettivo c'è. Cos'è successo a Bernardeschi? Un aspetto basilare è la posizione sul campo e quella in cui può esprimere meglio le sue qualità e l'esterno d'attacco. Quello è il suo ruolo principale, lì potrebbe dare il meglio di se stesso anche in zona gol. Ciò che mi rammarica è, che con le sue qualità, abbia segnato poco. Ha capacità balistiche elevate e sa inquadrare le porte, davvero un rammarico".
Sulla possibilità di arretrare Bernardeschi come Florenzi
"Per me lui fatica a giocare in ruoli diversi dalla fascia, ipoteticamente potrebbe fare il terzino ma perderebbe qualcosa. Ricordo che alla Fiorentina con Sousa faceva il quinto, significa che il fisico c'è. Alessandro ha ottenuto poco da ciò che poteva essere la sua carriera, negli anni è stato imbastardito senza un ruolo preciso. Al Crotone si vedeva che era una mezzala di inserimento con capacità di tiro, segnava gol di ottima fattura. Avrebbe potuto fare qualcosa in più".
Su Cataldi
"Danilo era il mio cruccio, fino a poco fa. Ci avrei messo la mano sul fuoco, la sua crescita è stata bloccata più dall'aspetto caratteriale che da quello tecnico: ha trovato difficoltà quando è stato discusso o quando accanto a lui c'era qualcuno che potesse rubargli il posto. Ero sicuro che con Sarri avrebbe potuto far bene, è un allenatore in grado di esaltarlo".
Sullo scudetto
"Discorso tra milanesi? Penso proprio di sì, e l'Inter è un gradino superiore. Hanno avuto un periodo di flessione in cui però hanno mostrato quanto sia importante l'aspetto mentale, la fiducia. Dopo la sconfitta nel derby, col mondo che crollava addosso, sono passati a ritrovare sicurezze dopo la vittoria di Torino".
Su Kessié
"Ci sono certe dinamiche nel calcio e mi trovano d'accordo: Maldini si è mostrato un ottimo dirigente, la sua scia è stata seguita anche da altre società. Non si è fatto ingabbiare dal calcio in mano ai procuratori, iniziando da Donnarumma. L'ha fatto pure la Juve con Dybala. Lo stesso vale per Franck: i tifosi iniziano a vederti in un certo modo, ti considerano un traditore e fare buone prestazioni non è facile. Come lo immagino al Barcellona? In un centrocampo a tre può fare la mezzala, ha dimostrato di saper essere utile anche in zona gol".
Sul Napoli e il suo braccino del tennista
"Quando giochi le partite della vita capita di trovare difficoltà che non riesci a superare in determinati momenti. In una stagione capita, a volte vinci col colpo di genio del campione. Questo però a Napoli difficilmente c'è, il risultato arriva attraverso il gioco e non tramite le singole giocate".
Sulla scelta di Insigne di andare al Toronto
"Insigne? Nell'arco degli anni ci sono state tante scelte in cui ha prevalso il dio denaro sulla logica, seguite però da pentimenti. Credo sia una scelta di vita, aprire nuove prospettive anche per la propria famiglia".
Su Sensi
"Gli ho consigliato personalmente di andare alla Sampdoria perché poteva essere pedina importante nel gioco di Giampaolo, conoscendolo. Pensavo potesse farlo esprimere da mediano basso, un po' come Torreira nella sua prima Samp, anche se con meno impatto ma più tecnica. L'ho sempre definito un giocatore spagnolo, sa smarcarsi e ricevere palla, da trequartista invece credo trovi più difficoltà".
Su Messias
"Difficoltà nel Milan? Quel ruolo (esterno destro, ndr) è stata l'incertezza dell'intero campionato rossonero. Quando vieni da una realtà come Crotone inizialmente sei ben visto, poi però ti devi confermare e purtroppo non è riuscito a dimostrare il suo valore".
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