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(Getty Images)
Mentre in Serie A la lotta per lo scudetto tra Napoli, Milan ed Inter si prepara ad entrare nel vivo, è intervenuto a La Gazzetta dello Sport Liam Brady. L'ex calciatore ha rilasciato delle dichiarazioni sulla situazione attuale della Juventus e sulla corsa per il titolo.
Di seguito le dichiarazioni di Liam Brady a La Gazzetta dello Sport:
"Dybala e me stessa storia? Mah, a dire la verità Dybala ha avuto una chance di firmare, qualche mese fa. Io, mai. Io capisco la Juve, ha un progetto per una nuova squadra e non credo sia stata ingiusta con Dybala".
"Pianto nell’ufficio di Boniperti? Io non ho paura di piangere se mi emoziono, oggi come allora. Quando la segretaria di Boniperti mi chiamò nel suo ufficio, compresi tutto. È stata la settimana più brutta della mia vita. Inizialmente, non volevo più giocare per la Juve, poi parlai con qualche persona e compresi. Mancavano tre partite, dovevo giocarle. A Trapattoni chiesi solo una cosa, di non calciare più i rigori. E lui scelse Virdis". All’ultima giornata però, con il Catanzaro, sullo 0-0 fischiarono un rigore per noi. Virdis era uscito e il Trap mi guardò. Con gli occhi, mi chiese di calciarlo, trovai il coraggio. Non fu un gran rigore, ma il portiere si tuffò dall’altra parte. Se a Dybala capitasse lo stesso dovrà accettare, calciare e segnare. Faccia vedere che è un campione e un professionista".
"Juve ed Inter? Bene, sono squadre forti, anche se mi sembra che il Milan ora abbia il 50% di possibilità di vincere lo scudetto, più di tutte. Però mi fa piacere vedere il Napoli là davanti e non date la Juve per battuta. Se gli altri non reggono la pressione, la Juve c’è. Il mio primo scudetto a Torino lo abbiamo vinto così, con l’esperienza. E so che per Bonucci e Chiellini è l’ultimo tentativo di vincere insieme".
"Allegri non ci crede? Non penso, Allegri dice quello che deve dire, non quello che pensa. È logico. Un giocatore della Premier per la Juventus? Non Pogba. Guardatelo, è incostante, non aiuta la squadra. Il calcio di oggi è diverso, nel calcio moderno tutti devono lavorare per la squadra".
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