Ottavio Bianchi, storico allenatore del Napoli del primo Scudetto, ha rilasciato un'intervista esclusiva a "Il Mattino". Sono diversi i temi che sono stati toccati in riferimento al fantastico percorso compiuto dalla squadra di Spalletti in questa stagione.
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Bianchi: “Vi dico l’arma in più di questo Napoli. Sul match con la Salernitana…”
Le dichiarazioni dell'ex tecnico azzurro
Bianchi sul Napoli
"Prima contava solo battere la Juventus o l'Inter o il Milan perché era una vittoria sociale, era un momento di rivalsa anche psicologica della città verso il Nord. E fu quella la mia battaglia più grossa: far capire che i due punti con l'Ascoli o con il Brescia avevano lo stesso peso di quelli con i bianconeri. Ora è cambiato tutto: la mentalità è già vincente perché la società occupa il posto che merita nel calcio da 10 anni. Per merito di De Laurentiis. E Spalletti ha già una squadra con la testa giusta. Da tempo".
Come vede il Napoli di Spalletti?
"Spalletti ha consegnato una dote: il senso del risultato. Che è tipico delle squadre che hanno fatto epoca. Quando giochi bene e dai spettacolo, tutto è facile, ma è quando ci sono momenti di difficoltà che si vede l'impalcatura del gruppo. Saper gestire gli attimi di affanni, sono quelli che fanno fare il grande salto. La rivale è il Milan? La Juventus è fuori dai giochi, l'Atalanta in tanti hanno compreso come limitarla, l'Inter è parecchio distante. Vedo il Napoli meglio assortito, con i ricambi giusti e il tecnico che sa gestire meglio certi momenti. E poi è un ottimo comunicatore. Io non è che non volevo esserlo, ma proprio non ne avevo le capacità".
E il suo Napoli?
"Era Maradona, certo, il campione a cui bastava dare un pallone per vederlo tornare bambino ma soprattutto la squadra fatta da napoletani che sentivano in maniera viscerale, epidermica, l'entusiasmo del grande risultato che si stava avvicinando. E lo trascinavano nello spogliatoio, quasi in maniera automatica».
Qual è l'arma in più di Spalletti?
"Ci mette del suo senza stravolgere. E ha trovato il suo Ciccio Romano in Anguissa".
Sul match con la Salernitana
"Potrebbe anche non giocarsi per manifesta inferiorità tecnica e tattica. Ma qui entra in gioco il modo con cui interpreti la partita: perché quelli della Salernitana sanno di doversi aggrappare ad altro per cercare di vincere. Come capitava a me quando con l'Avellino affrontai il Napoli. E al Partenio ho vinto".
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