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Napoli – Nizza è alle porte, mancano poche ore al primo fondamentale crocevia della stagione. La nos

Redazione

Napoli – Nizza è alle porte, mancano poche ore al primo fondamentale crocevia della stagione. La nostra redazione ha così voluto studiare meglio gli avversari. Pericoli e fragilità, vizi e virtù: ecco tutto quello...

Napoli - Nizza è alle porte, mancano poche ore al primo fondamentale crocevia della stagione. La nostra redazione ha così voluto studiare meglio gli avversari. Pericoli e fragilità, vizi e virtù: ecco tutto quello che c'è da sapere sui transalpini.

Prima di analizzare fase offensiva e difensiva dei nizzardi, partiamo da una necessaria premessa: se il Napoli si mostra debole sulle palle inattive anche contro una squadra come il Nizza, allora scatterebbe l'allarme in ottica campionato.

Già contro l'Espanyol gli uomini di Maurizio Sarri hanno sofferto oltremodo i calci piazzati (pur non subendo gol).

Il Nizza però, eccezion fatta per qualche elemento, è una squadra formata da giocatori di media statura, certamente poco dotata in termini di centimetri (basti pensare che il portiere, Yoan Cardinale, è alto "solo" 1.81).

Il suo atleta più fisicato (Mario Balotelli) sarà fuori.

Dante, il difensore brasiliano ex Bayern, è invece molto alto (1.88), ma non è un fulmine di guerra lì dietro.

Può soffrire oltremodo il dinamismo di Insigne e Mertens così come i tagli di José Maria Callejon. Occhio a Seri. L'ivoriano di nizzardi è alto 1.65, ma è esplosivo, determinato nei contrasti e certamente pericoloso nelle conclusioni dalla distanza (Pepe Reina è avvisato).

E' forse l'uomo più pericoloso del Nizza, (non a caso è seguito da grandissimi club europei) e ha finanche ricevuto "l'investitura" di un guru come Andrés Iniesta.

Il Nizza è una squadra che sciorina un calcio offensivo e questo aspetto può sicuramente privilegiare il Napoli che generalmente va "a nozze" contro le compagini che giocano a viso aperto.

Ieri Favre ha lasciato intendere che potrebbe anche rimpinguare il centrocampo, ma gli conviene? Da un lato questa scelta sembra la più saggia. Venire nel fortino del San Paolo e giocarsela a viso aperto, senza timori reverenziali o ambientali è un rischio pantagruelico. D'altra parte, l'impressione è che i francesi rischino improvvidamente di snaturare il proprio credo tattico, dal momento che il 4-2-3-1 è percepito come un dogma da quelle parti (anche se a breve studieremo le varianti, non banali, di questo modulo).

Il Nizza è una squadra che, tra defezioni e vicende di calciomercato, continua a perdere pezzi. Tuttavia, non bisogna dimenticare che i ragazzi di Favre hanno fatto fuori l'Ajax nel turno precedente, finalista della scorsa edizione dell'Europa League.

Fase offensiva: Nella fase di possesso palla, Favre predispone la squadra con un intraprendente 4-3-3 (più raro invece l'accorto 3-5-2 che viene adottato quando c'è da difendere il risultato).

I giocatori che imbastiscono la manovra dalle retrovie sono Dante, Seri (che si abbassa sulla linea dei difensori per farsi recapitare la palla) e Koziello. Anche se, come detto in precedenza, mercato e infortuni hanno decimato l'undici nizzardo, questi tre calciatori dovrebbero scendere in campo contro il Napoli. Ecco, nei limiti del possibile (non parliamo di campioni assoluti), questa non è una buona notizia per i colori azzurri. E' positivo, invece, che Wylan Cyprien non sia della partita. Il centrocampista classe '95 è abile negli inserimenti e poteva essere una spina nel fianco della difesa partenopea, che a giudicare dai gol incassati, non è certo irreprensibile.

La costruzione della manovra offensiva mostra una squadra scaglionata in rombi, è così che procedono le transizioni offensive predisposte da Favre. Questo favorisce una proposizione del gioco veloce e dinamica che può certamente impensierire il Napoli (specie se distratto in difesa).

Fase difensiva: in fase di non possesso il Nizza ha idee di gioco molto chiare. L'allenatore vuole che i suoi ragazzi si dispongano con un 4-1-4-1 volto a inibire le fonti di gioco avversarie. In questo modo, le ali svolgono un gran lavoro in fase di interdizione (diventano quasi dei terzini) e il centrocampista centrale si posiziona davanti alla difesa a sostegno dei centrocampisti (lo fa anche Pjanic alla Juve da quando è andato via Bonucci).

Da quanto poc'anzi esposto, si può facilmente intuire che il Nizza è particolarmente attento alle corsie esterne e alle relative catene (ovverosia le sovrapposizioni tra terzino e ala). Com'è noto, il Napoli privilegia l'out mancino, quello più dotato tecnicamente (Ghoulam-Insigne). Favre lo sa e siamo certi che il tecnico ha trovato, per quanto possibile, le contromisure del caso.

Penetrare per vie centrali potrebbe essere una buona variante tattica. La disposizione dei giocatori in fase di recupero palla privilegia il presidio delle corsie esterne, ragion per cui l'asse verticale Jorginho (o chi per esso) - Mertens può dare più di un grattacapo ai transalpini.

In definitiva, tra le due squadre - almeno in linea di principio - non dovrebbe esserci partita. Tuttavia, sottovalutare l'avversario è una leggerezza imperdonabile. La condizione mentale può fare la differenza, nell'uno o nell'altro senso. REDAZIONE - .